14/12/2015

Matrimonio gay – Il PD getta la maschera

Nel Partito Democratico stanno lavorando con tanta pazienza ed altrettanta tenacia all’introduzione del matrimonio gay in Italia, con annesse adozioni e relativa modifica del concetto stesso di famiglia.

Nonostante la presunta voglia di dialogo, infatti, il PD sta tentando di ingannare chi per paura e complesso di inferiorità scende a patti pur di salvare il salvabile.

Una chiara dimostrazione di quanto stiamo dicendo ce la fornisce Patrizia Fermani su Riscossa Cristiana.

Il 4 dicembre scorso, a Mestre, i gruppi locali del PD hanno organizzato un incontro dal titolo “La verità sulle unioni civili”. A parlare, oltre ad una associata di diritto privato presso l’università di Verona, c’era la senatrice Monica Cirinnà.

La prima firmataria del ddl sulle unioni civili ha illustrato le recenti modifiche apportate al testo della proposta di legge. Come ha sottolineato la senatrice dem, tali revisioni sono state imposte dalla necessità di sbloccare l’ostruzionismo di NCD e Forza Italia, contrarie al ddl perché la sostanziale equiparazione delle unioni gay al matrimonio avrebbe aperto automaticamente la strada alle adozioni per le coppie omosessuali.

Tuttavia, la relatrice ha precisato che le modifiche sono tutte di facciata, e mirano in realtà a tranquillizzare i settori più moderati della maggioranza, del Parlamento e dell’opinione pubblica.

Se il nuovo ddl fosse approvato, infatti, rimarrebbe preclusa l’adozione per le coppie dello stesso sesso, insieme all’accesso alla fecondazione artificiale e alla maternità surrogata, ovvero all’utero in affitto. Recentemente i rumors di palazzo hanno parlato persino dello stralcio dell’articolo sulla stepchild adoption, vale a dire la possibilità di adozione da parte di uno dei soggetti della “coppia” omosessuale del figlio del partner. Il motivo è presto detto: di questo ci si occuperebbe in futuro con un ddl ad hoc, come avvenuto in diversi altri Paesi. Uno specchietto per le allodole, quindi.

Le modifiche, inoltre, focalizzano l’attenzione sull’art. 2 della Costituzione, che tutela le formazioni sociali. Queste, secondo la Cirinnà,  sono “i luoghi giuridici in cui i cittadini esprimono la loro personalità”. E poiché la famiglia è una formazione sociale tutelata dalla legge, se gli omosessuali si sentono capaci e desiderano costituirsi in “famiglia”, la previsione costituzionale può tranquillamente riguardare anche loro, che diventano pertanto equiparabili per questa via agli eterosessuali.

Il nuovo disegno di legge si occupa poi anche delle semplici convivenze, a composizione variabile, fatte da chi non intende ricorrere al sindaco. Però devono godere dei diritti minimi, come le visite in ospedale e altre possibilità: diritti tutti già garantiti, ma che la propaganda Lgbt ripete continuamente per attirarsi il compatimento della gente disinformata.

Insomma, nelle riunioni interne al PD si dice chiaramente che il matrimonio gay s’ha da fare e si farà, pur con mille sotterfugi. I parlamentari che dovessero votare favorevolmente al ddl solo perché privo di stepchild adoption sappiano che cadranno nella rete della Cirinnà e che non troveranno mai il nostro consenso. Non serve alcuna legge sulle unioni civili.

Ogni compromesso sarà l’anticamera per i matrimoni e le adozioni omosessuali.

Ricordiamo il profetico Laocoonte di fronte al cavallo di Troia: “Timeo Danaos et dona ferentes” (“Temo i Greci anche quando portano doni”).

Redazione

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