30/01/2016

Matrimonio gay: Italia fanalino di coda, o faro illuminante?

L’ultimo argomento a favore del matrimonio gay con cui ci martellano incessantemente è quello del fanalino di coda.

L’Italia sarebbe ai margini della civiltà perché in Europa tutti i Paesi “progrediti” hanno legalizzato il matrimonio gay e noi no.

A parte il fatto che nell’Unione Europea (28 Stati) solo 12 hanno legalizzato il cosiddetto ‘matrimonio omosessuale’ e 4 le ‘unioni civili’; a parte il fatto che nel resto d’Europa troviamo soltanto la Norvegia per il ‘matrimonio omosessuale’ e la Svizzera per le ‘unioni civili’, a parte il fatto che nel mondo la situazione è del tutto rovesciata, che il 90% degli Stati non riconosce alcun valore legale (anzi) alle unioni omosessuali, certamente dell’Italia è facile dire un gran male e i luoghi comuni si sprecano.

Da un punto di vista della “civiltà” e della storia, però, sarà forse il caso di fermarci a ragionare.

Colosseo_matrimonio gay
Curiosità (a proposito di fanalino di coda e di civiltà): con moderni sistemi informatici hanno simulato i tempi di evacuazione del Colosseo, secondo i canoni moderni della sicurezza nei luoghi pubblici: ebbene era costruito in modo da consentire il deflusso rapido degli spettatori, più rapido ed efficiente che lo stadio di Pechino del 2008.

Quando i “civilissimi” Paesi nordici ancora vivevano nella Preistoria, in Italia si scriveva la Legge delle XII Tavole (parliamo di 450 anni prima di Cristo, circa).

Quando i “civilissimi barbari” dal nord Europa invadevano l’Impero Romano, la civiltà degli antichi – ormai decadente – aveva già costruito le maggiori strade di comunicazione tuttora utilizzate in Italia (e qualcuna anche ben oltre...). Per non parlare di acquedotti, sistemi di fogne, terme, biblioteche, arti figurative e letteratura ... che ne so... Cicerone, Cesare, Virgilio, Lucrezio... bastano?

I famosi barbari che – è vero – con la forza bruta delle armi ci hanno conquistato, in realtà sono stati civilizzati da noi italiani. Chi ha “inventato” il diritto e le Università (a Bologna siamo intorno all’anno 1000, per non parlare di Napoli...)? Mai sentito parlare del Corpus Iuris Civilis? Contiene norme che ancora oggi sono scritte nei codici civili di mezzo mondo.

Dove è che si condannava insistentemente la schiavitù e la tratta degli schiavi, fin dal X secolo? Nel Sacro Romano Impero e in Italia. E fu il Papa Eugenio IV, non un “civile Paese del Nord”, a vietare la schiavitù nel ‘400. Anzi: chi ha continuato indefessamente a commerciare esseri umani, nel ‘700, è stata gente nordica, civile e “illuminata” come l’illustre filosofo Voltaire. Chi ha continuato a tenere gli schiavi fino all’800 sono stati i civilissimi Paesi anglosassoni (protestanti).

Giuliano Guzzo, nel suo blog, ci offre una ciliegina sulla torta: “Da noi la depenalizzazione dell’omosessualità risale all’Ottocento (1866) e molto dopo son arrivate Gran Bretagna (1967) – ricordate la galera toccata a Oscar Wilde? -, Germania comunista (1968), Norvegia (1972) e Israele (1988).

Solamente per questo, solo per aver capito in anticipo su quasi tutti che le persone non vanno punite per le proprie tendenze sessuali, prima di accusare ancora la cattolica Italia – che insieme ad altri Paesi sempre guarda caso di salda tradizione cattolica, dalla Francia alla Polonia, ha depenalizzato l’omosessualità quando altri neppure ci pensavano – ci si dovrebbe chiedere se sia il caso di credere ancora alla frottola clamorosa del “fanalino di coda europeo” oppure di iniziare a ragionare con la propria testa, facendo i conti con la realtà storica dei fatti e smettendola di ripetere slogan”.

Redazione

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