08/11/2015

Matrimonio gay – Lo spot di Laura Pausini

Lo spot a favore del matrimonio gay funziona sempre. E chi ha a cuore i propri affari sa perfettamente che conviene puntarci: si ottiene sempre una grandissima e utilissima pubblicità.

Laura Pausini è evidentemente buona imprenditrice di se stessa. Infatti, per lanciare la sua ultima fatica discografica, ha pensato bene di sostenere pubblicamente la lobby Lgbt e la sua campagna per il matrimonio omosessuale.

Su Repubblica abbiamo visionato uno stralcio dell’intervista che la cantante romagnola ha realizzato nei giorni scorsi a Miami, dove ha presentato alla stampa il suo nuovo album, “Simili”, in uscita in tutto il mondo il 6 novembre. E la Pausini insiste proprio sul concetto di similitudine.

D’altra parte, ci sia consentito farlo notare, Laura è stata sempre una paladina dell’uguaglianza. Ebbene, ora, dopo questa lunga militanza, la Pausini sposa la causa del matrimonio gay.

Nell’intervista, oltre alle solite banalità sulla Chiesa cattolica, a suo parere troppo chiusa verso la modernità (ad eccezione di Papa Francesco, perché lui sì, è buono, questo bisogna dirlo, perché fa parte del copione; ma i preti, i vescovi e i cardinali no, sono tutti sepolcri imbiancati, eccetera eccetera.), la nostra Laura confessa di essersi avvicinata ai valdesi, perché siamo credenti, certo, ma non cattolici, per carità!

Infatti, nella mente della cantante, non è pensabile che Dio imponga dei comandamenti o che discrimini qualcuno, perché il messaggio di Gesù è quello dell’amore. Gesù avrebbe detto che siamo tutti... simili! Ma attenzione: qualcuno dica alla Pausini che il concetto di similitudine è diverso da quello di uguaglianza. Se continua su questa strada rischia di avallare le tesi, secondo cui il matrimono gay non è possibile perché una coppia omosessuale non è uguale ad una etero... matrimonio-gay_omosessualismo_Lexington_Pride_Festival_2015

Tutto questo pistolotto fa da contorno alla provocazione centrale dell’intervista. Laura Pausini convive da tanto tempo con il suo compagno e non si sposa sia perché non ha bisogno di un pezzo di carta per certificare il suo amore: dimostra, allora, che le unioni civili sono inutili, in quanto chi volontariamente sceglie di convivere non ha certo bisogno di un istituto giuridico che lo stabilisca: la convivenza di per sé vuole essere sciolta da vincoli! Ma non si sposa anche  per solidarietà alla sua migliore amica che  è lesbica.

Ergo, finché l’Italia resterà un Paese bigotto e ottuso, che non consente agli omosessuali di sposarsi, nemmeno Laura Pausini lo farà. I parenti di Solarolo sono avvisati: se vogliono il pranzo di matrimonio, devono fare pressioni su Renzi perché approvi il prima possibile la legge sulle unioni civili, ovvero, in soldoni, sul matrimonio gay. Anche perché Laura è già arrabbiatissima.

Redazione

 

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