19/06/2014

Matteo Renzi e le coppie gay. Le vere ragioni di una discriminazione eterofoba

La proposta di Renzi, riportata nei dettagli sull’Unità di ieri circa il riconoscimento legale delle convivenze omosessuali era da tempo nell’aria.
Ciò che lascia interdetti è il volerlo limitare alle sole convivenze gay, senza estenderlo alle coppie eterosessuali.

Se fossi parte di una coppia convivente etero griderei subito allo scandalo e alla eterofobia, ed in effetti non vi è ragione al mondo che fermerà la Consulta dal dichiarare l’incostituzionalità della norma laddove non preveda l’estensione del riconoscimento alle coppie etero.

L’autentica discriminazione che Matteo Renzi mette in campo è tuttavia dettata da ragioni ben
diverse da quelle apparenti. I più vicini al premier vi diranno che le coppie conviventi
eterosessuali che vogliano veder riconosciuti i loro diritti hanno la possibilità di farlo
mediante il matrimonio, ma la verità è un’altra.
L’astuto presidente del consiglio non vuol replicare l’errore del governo britannico che – alcuni anni or sono – rischiò di mettere sul lastrico la previdenza sociale di Sua Maestà con il riconoscimento della rilevanza pubblica delle convivenze – omo o etero che fossero.

Capirai! Tutte le badanti che risultavano convivere con il proprio anziano di spettanza
(maschio o femmina non importa) si precipitarono a chiedere i sussidi pubblici e – alla morte del “badato” – chiesero in massa la pensione di reversibilità.
Cifre da capogiro costrinsero il governo inglese ad una precipitosa retromarcia, risolta con le molto più economiche nozze gay.

Ecco perché Renzi oggi propone la civil partnership solo per le coppie omo: i numeri
semplicemente irrisori di coloro che ne beneficeranno non destano alcuna preoccupazione per le fragili casse dell’INPS.

Peccato però che il nostro Paese non si regga sull’INPS ma sulla famiglia così come
prevista dall’art. 29 della Costituzione. Umiliare o ridicolizzare la famiglia, mettendola sullo stesso piano delle sgradevoli carnevalate di cui al gay pride di due settimane fa porterà prevedibili conseguenze sia all’istituto stesso del matrimonio sia e più ancora alla stessa tenuta sociale dell’istituto familiare. Per non parlare del fatto che il DDL prevede espressamente la possibilità di adozione – anche se per ora limitata ai figli dell’altro partner.

Inoltre con la liberalizzazione della fecondazione eterologa ciascuno potrà ordinare su internet i suoi figli e farli adottare all’altro a tutti gli effetti di legge.

E quando la famiglia italiana imploderà sotto il peso dei continui attacchi, non basteranno 20 leggi di stabilità a risanare il bilancio della previdenza sociale. Con buona pace del premier, del Partito Democratico e degli italiani.

Simone Pillon

 

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