14/06/2019

“Michelino” fa tappa a Crema: l’ecologia umana al centro dell’attenzione

Flavio-RozzaLa campagna di Pro Vita & Famiglia per la vita nascente e per l’ecologia umana è sbarcata a Crema. Nella cittadina lombarda sono apparsi nella giornata di ieri i primi manifesti recanti l’immagine di Michelino, il feto di undici settimane già protagonista delle precedenti campagne e la scritta: “Cara Greta, se vuoi salvare il pianeta… salviamo i cuccioli d’uomo”. L’iniziativa è partita dalle associazioni locali Bran.Co. Noi per la famiglia, il cui coordinatore, Flavio Rozza (nella foto a lato), ha spiegato a Pro Vita & Famiglia lo spirito di un’iniziativa che, partita da Roma, è destinata ad assumere una caratura nazionale.

Com’è nata l’idea di lanciare gli ultimi manifesti di Pro Vita & Famiglia a Crema?

«Abbiamo cercato di dare continuità a livello locale alla campagna dello scorso anno. Ci è stato garantito che i manifesti rimarranno affissi per almeno dieci giorni. Parallelamente stiamo lanciando la campagna sui social e sulla stampa locale. Crema News è stato il primo giornale a riprendere la notizia, riprendendo fedelmente il comunicato stampa che avevamo preparato».

Quali sono state le ultime iniziative delle vostre associazioni?

«A Crema, avevamo già realizzato iniziative come 40 giorni per la vita e sembra che al tema la gente abbia risposto bene. Da un lato, sorge sempre qualche polemica ma questo è da mettere nel conto, dall’altro, però, si sono avvicinate a noi molte persone per dirci semplicemente: “bravi, siamo con voi” o anche per domandarci: “cosa possiamo fare per aiutarvi?”. Questo ci ha incoraggiato a far partire questa campagna di manifesti, che ci è sembrata molto equilibrata, in quanto fondata su un dato reale, ovvero l’illustrazione di com’è un feto a undici settimane di gestazione».

Qual è, a suo avviso, il punto di forza di questa campagna?

«Tendiamo sempre a ricordare che, a undici settimane, la legge 194 prevede la possibilità di abortire, quindi cerchiamo di far capire perché abbiamo scelto quell’immagine e cosa vuole comunicare: a undici settimane di gestazione, il bambino ha già una sua conformazione ed è sicuramente molto più che un grumo di cellule, eppure per la legge italiana, a quel tempo, si può interrompere la gravidanza. Quella della campagna di Pro Vita & Famiglia non è affatto un’immagine violenta, però colpisce molto, quindi abbiamo voluto proporla. L’anno scorso era passata un po’ in sordina, quest’anno pare ci sia un ritorno maggiore, comunque starà a noi lanciare bene questa campagna di sensibilizzazione».

Michelino a Crema

A Crema c’è una sensibilità pro life?

«Abbiamo tenuto a lanciarlo qui, perché la nostra è una di quelle città che, negli ultimi anni e, in particolare, negli ultimi mesi, si è connotata per campagne che vanno nella direzione opposta ai valori che noi difendiamo. La nostra è un’amministrazione che ha tentato di connotare parecchio la nostra cittadina di 40 mila abitanti come apripista per la diffusione di certe tematiche. Da parte nostra, noi cerchiamo di arginare questo tentativo di imporre il pensiero unico, facendo sentire che c’è una voce contraria, che crede in valori diversi: quella prenatale è già vita e va difesa sempre. Il che non è una cosa scontata, perché veniamo da quarantun anni di legge 194, in cui la neolingua ha cercato di manipolare parecchio la realtà, per cui noi cerchiamo di far capire che quella è vita, mettendo in discussione la terminologia che la normativa ha diffuso. Il feto non è un “prodotto del concepimento” ma qualcosa di più che merita attenzione, rispetto, solidità. Sono tutti concetti che, per farli passare, è richiesto un lavoro certosino. È come una sorta di “finestra di Overton” al contrario: se una certa mentalità si è insinuata in tanti anni, metterla in discussione richiede molto impegno».

Cos’è che lega l’ambientalismo e i messaggi di Greta Thümberg con le campagne a difesa della vita nascente?

«Il punto è che un certo ambientalismo dimentica la meta ultima. L’ecologia sicuramente è fondamentale – ce l’ha ricordato anche papa Francesco nella sua ultima enciclica – ma non dobbiamo dimenticare che al centro c’è l’uomo. Una forma di ambientalismo che non tenga conto di questa realtà non avrebbe nulla di autentico. Non puoi tutelare l’ambiente e poi sopprimere la vita nascente. Ambiente e vita possono stare insieme, quindi, per la nostra campagna, abbiamo scelto una modalità un po’ provocatoria ma non più di tanto. Più che provocare, si tratta di invitare la gente ad avere uno sguardo più ampio e onnicomprensivo. Non c’è salvaguardia dell’ambiente se non si parte dall’ospite principale dell’ambiente stesso che è l’uomo. È una buona cosa l’attenzione all’ambiente ma diventa negativa nella misura in cui l’ambiente si arriva a idolatrarlo, anteponendolo addirittura all’interesse dell’umano. Invitiamo anche alla coerenza: ricordiamoci qual è il primo protagonista dell’ambiente e, soprattutto, chi è il più debole, ovvero l’essere umano ancora nel grembo della madre».

Luca Marcolivio

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