25/04/2019

Migranti, Cassazione e diritto di essere rifugiati e gay

Nelle scorse ore è emerso qualche dettaglio sulla Sentenza della Cassazione 11176 emessa nei confronti di Bakayoko Aboubakar, cittadino della Costa d’Avorio, con moglie e figli, che ha chiesto status di rifugiato in Italia.

In Costa d’Avorio, dice il richiedente di aver avuto una relazione omosessuale, che il suo partner sia stato ucciso (forse su mandato di un proprio parente), di temere di subire violenze a seguito del rientro forzoso. La Costa d’Avorio non ha leggi contro omosessualità, né è un Paese in conflitto. Nel rifiutare la richiesta, sia la Commissione Prefettizia di Catanzaro sia la Corte di Appello, così come la Cassazione nei giorni scorsi non hanno per nulla violato le leggi. Mentre a Catanzaro ci si era fermati alla valutazione standard, sopra richiamata (né leggi anti gay, né conflitti nel Paese), la Cassazione non fa altro che richiamare la necessità di verificare meglio «se ci possano essere pericoli per la dignità e diritti umani della persona» un volta tornato in Costa d’Avorio, quindi se lo Stato africano è in grado di proteggere dalle minacce e possibili violenze questo cittadino dichiaratosi gay.

Tutto ciò la Cassazione lo ha deciso in base alle norme italiane vigenti dal 2007-2018, in base alle sentenze della Corte Europea (che impedisce qualunque test fisico di verifica della omosessualità) e della ratifica italiana della Convenzione di Istanbul. A ogni migrante che voglia ottenere lo status di rifugiato basterà dichiararsi omosessuale? Ma non sarà questa dichiarazione a facilitargli il riconoscimento, dovrà esser verificato il pericolo che gli occorrerebbe in patria e la credibilità della sua dichiarazione, attraverso perizie psicologiche e verifiche nell’ambito famigliare di provenienza. Piaccia o meno, queste decisioni sono legittime e conformi all’ordinamento interno italiano e internazionale.

La Corte di Appello di Catanzaro, che dopo aver aver negato lo ‘status di rifugiato’ è chiamata a rivalutare il caso, potrebbe verificare se il padre di famiglia di Bakayoko Aboubakar abbia mai sporto denuncia dopo le minacce per la sua relazione omosessuale e cosa è si stato deciso dalla magistratura della Costa d’Avorio. Se non ci fosse stata denuncia, non ci sarebbe potuta essere ‘protezione dalle eventuali violenze’. Dunque il ‘caso’ è tutt’altro che deciso e potrebbe addirittura finire in un ‘boomerang’. Tuttavia, si vogliono cambiare le leggi attuali? Si devono cambiare? Io penso che sia necessario fare delle modifiche chiare, ma non sono i giudici che hanno il compito di fare queste modifiche attraverso le sentenze interpretative, dobbiamo difendere il diritto/dovere dei legislatori e chiedere che il parlamento italiano faccia le modifiche necessarie.

Luca Volontè

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