01/10/2014

Mostra d’arte LGBT di Torino – Interviene Mons. Nosiglia

Interviene anche Mons. Cesare Nosiglia sulla mostra di arte LGBT di Torino, dal criptico titolo “S.A.L.I.G.I.A.” -che null’altro è che l’acronimo dei sette vizi capitali- e, più in particolare, sul manifesto pubblicitario ritraente un’immagine oscena che trasuda una totale mancanza di rispetto nei confronti della Fede.

ProVita e Giuristi per la Vita hanno presentato una denuncia presso la Procura della Repubblica di Torino per l’esposizione della foto offensiva di Gesù e della Madonna.

Ora, appunto, interviene sul tema anche Mons. Nosiglia, smascherando da subito la strumentalizzazione dell’alibi artistico in forza del quale i gruppi LGBT credono di poter stralciare anche i limiti minimi della civile convivenza:

“Sono certo che ogni persona di buon senso e di buon gusto saprà valutare questo episodio per quello che merita. Soprattutto quando certe scelte “artistiche” diventano un modo facile, troppo facile, per cercare pubblicità attraverso le polemiche.”

Tocca anche un nervo scoperto della cosiddetta cultura contemporanea: l’utilizzo del corpo della donna, argomento su cui tanto spazio è stato destinato dai mezzi di comunicazione ed in convegni monotematici. Ora che palesemente si sta sbeffeggiando una donna, prendendosene gioco, ci sarebbe da domandarsi dove sono finite tutte le schiere di sedicenti femministe che della critica alla coscia più scoperta del solito della velina di turno hanno fatto una bandiera.

 

“Colpisce dolorosamente in quell’immagine il modo in cui viene usato il corpo di una donna proprio quando cresce, nella nostra cultura, un’attenzione più diffusa e consapevole alle strumentalizzazioni e alle violenze che sulle donne si commettono. I cristiani sono abituati a vedere e a riconoscere, nel corpo umano, la presenza stessa del Cristo Salvatore, e dunque la fraternità profonda, il rispetto reciproco che deve caratterizzare i rapporti fra le persone e, ci pare, anche la rappresentazione della persona.”

Poi l’analisi sulle offese alla Madonna ed al Signore, che colpiscono e devono colpire non solo i credenti ma anche tutti coloro che si muovono su un livello anche minimo di civile convivenza:

“Sotto i piedi di quella donna, invece non ci sono solo le immagini sacre ma emerge la mancanza di tale rispetto, doveroso per tutti e non solo per i credenti che vedono in quelle icone calpestate il volto del loro Signore e della Madonna. In quel montaggio c’è la protervia di chi si crede al di sopra di ogni minima regola etica; di chi pretende, in nome di una supposta scelta artistica, che tutti debbano accettare qualsiasi sfregio anche al più sentito e profondo senso religioso degli altri.”

Redazione

 

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