25/10/2018

Mozione pro vita a Milano. Verona ha fatto scuola

Come in ogni battaglia degna di questo nome, anche in quella epocale per il diritto alla vita è fondamentale che ci sia qualcuno che si prenda la briga di provarci, d’indicare la direzione, insomma di dare l’esempio. E questo qualcuno, sul piano politico, è senza dubbio stata la città di Verona, finita come sappiamo nella bufera mediatica dopo che una ventina di giorni fa il suo Consiglio comunale, con 21 voti favorevoli e 6 contrari, ha approvato una mozione (qui per i contenuti) che impegna sindaco e giunta a sostenere iniziative per la prevenzione dell’aborto e che nomina Verona «città a favore della vita». Ebbene, l’esempio scaligero sta facendo scuola. Dopo Ferrara e il Campidoglio, è infatti freschissima la notizia che una analoga mozione è stata da poco presentata, con primo proponente Luigi Amicone, di Forza Italia, ma anche le firme di tutto il centrodestra, in seno al Consiglio Comunale di Milano.

[syampaBannerVerita] Un’iniziativa politica che, al pari di quella veronese, sta alimentando forti polemiche. Per quale motivo? Beh, perché osa parlare dell’intoccabile 194 – che alcuni ancora osannano quasi fosse un dogma, anziché una norma – come di una legge che ha contributo ad accrescere «il ricorso all’aborto come strumento contraccettivo» e che non ha «ridotto il ricorso all’aborto clandestino»; perché chiede di rendere Milano «città della vita» prevedendo per l’Amministrazione comunale impegni per «congrui finanziamenti a istituzioni, associazioni e gruppi che sostengono concretamente politiche a favore della famiglia e della vita», oltre che per «approfondire con adeguate iniziative di informazione e sensibilizzazione gli effetti sociali e culturali prodotti dalla legge 194». Tutti passaggi che per il mondo progressista, si sa, sono come fumo negli occhi.

Tanto è vero che, pur essendo stata depositata come si diceva poc’anzi, la mozione pro life non è stata neppure discussa in Consiglio data l’assenza di accordo di tutti capigruppo; accordo che, salvo sorprese, difficilmente verrà trovato nel breve termine. E Amicone? Cosa ne dice? Secondo quanto riportato da Repubblica, ammette di aver tratto ispirazione dall’iniziativa di Verona, ma pure di aver voluto metterci del suo: «In parte ho fatto un copia incolla di quella di Verona sulla mancata applicazione integrale della legge 194, ma anche ricordo che a Milano c’è una commissione al lavoro sul tema, con proposte di politica famigliare a sostegno della vita. Una cosa che qui da noi si fa già, per l’alleanza uomo-donna, per la maternità, per i bambini e per la famiglia, in un mondo morto, una società vecchia, dove si prende il cane invece che fare un bambino. Basta dividersi fra bigotti e sinistri, ritroviamo una visione della vita, partendo dalla realtà di fatto di questo Paese che non fa più figli e non ha futuro».

Quelle del politico ciellino sono ovviamente parole di buon senso, ma proprio per questo, c’è da temere, rischiano di non trovare alcun tipo di ascolto. Non ci si deve infatti dimenticare che Milano ha per sindaco quel Beppe Sala noto per essere gay friendly e perciò molto critico verso il Ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana, e preoccupato più che altro di favorire l’accoglienza dei migranti contro un non meglio precisato clima di razzismo che starebbe crescendo. Ciò nonostante, comunque vada a finire, l’iniziativa di Amicone e del centrodestra milanese una cosa la dimostra, e cioè la mozione da poco approvata a Verona, città che fra l’altro si sta preparando a ospitare il XIII Congresso Mondiale delle Famiglie 2019, ha lasciato il segno; sia perché ha riportato al centro del dibattito politico il tema dell’aborto e del suo contrasto, sia perché ha dato il coraggio ad altri di farsi avanti. È un fatto che il popolo per la vita farebbe bene a tenere a mente, tutte le volte che sembrano prevalere lo scoramento e la tentazione di abbondare il campo di battaglia.

Giuliano Guzzo

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