25/05/2019

Musa: quel risveglio che lascia sperare anche per Vincent Lambert

Forse le cure e la guarigione di questo ragazzino potranno ispirare l’inizio di terapie appropriate, in Francia, per Vincent Lambert. La notizia di come una equipe interdisciplinare dell’ospedale pediatrico Gaslini abbia salvato la vita a un ragazzino di 15 anni arrivato all’istituto genovese in stato vegetativo da mesi, con una grave disfagia, una doppia emiparesi e il blocco delle articolazioni, potrebbe ispirare i medici francesi che stavano invece pensando all’eutanasia come cura mortifera e finale.

Il ragazzo era rimasto vittima di un incidente ad agosto scorso, in Albania: ricoverato, sembrava non esserci più speranza alcuna fino a quando, grazie a una raccolta di fondi lanciata dai genitori attraverso una emittente albanese, i parenti sono riusciti a organizzare un trasporto straordinario e far arrivare il ragazzo al Gaslini di Genova. La sua storia è balzata alla attenzione di diversi organi di stampa italiani. A nove mesi dall’incidente e a cinque mesi dalle cure e terapie ricevute dal gaslini, il ragazzo è stato dimesso. Il Gaslini lo ha «restituito a una vita normale» ha detto il dg del Gaslini Petralia. «Un successo di “squadra” grazie alla perseveranza e alla sincronia dei diversi operatori del Policlinico – Gastroenterologia, Riabilitazione, Chirurgia e Ortopedia – che insieme hanno restituito speranza e guarigione al ragazzo». Il ragazzo albanese era giunto all’ospedale in condizioni simili a quelle in cui lo stesso Lambert si trova da anni.

I medici del Gaslini, nel commentare il successo, non hanno mancato di raccontare che «questi casi hanno in genere una prognosi negativa, tutto dipende dal tempo che passa tra l’incidente e la successiva rianimazione cardio-circolatoria, perché in questo intervallo il cervello resta senza ossigeno e subisce danni gravissimi». Musa, ragazzo albanese, era arrivato in condizioni generali estremamente critiche¸ per una condizione di grave denutrizione e di insufficienza renale, si è deciso pertanto inizialmente un ricovero nell’Uoc Gastroenterologia. Gradualmente si è riusciti a «ristabilire uno stato nutrizionale adeguato e abbiamo potuto in seguito iniziare a rialimentarlo per bocca». Un percorso lento e difficoltoso, che alla fine ha prodotto il risultato sperato. Mentre procedeva la stabilizzazione clinica generale e la rialimentazione è stato avviato immediatamente l’intervento riabilitativo per favorire il recupero della coscienza, della deglutizione, del linguaggio e del movimento. Tutto il team multiprofessionale della Riabilitazione – fisiatra, fisioterapista, logopedista, psicologo, terapista occupazionale – è stato da subito impegnato con interventi coordinati. Il ragazzo ha raggiunto via via una condizione di coscienza minima fino ad arrivare a un progressivo “risveglio” e al recupero dei movimenti.

«Oggi pur con qualche problema di memoria, è in grado di comunicare in albanese con i familiari e anche un poco in italiano con gli operatori, di camminare con sicurezza e di alimentarsi in autonomia», hanno dichiarato i medici del Gaslini di Genova. Perché, dopo che 70 medici e specialisti francesi hanno chiesto da tempo che si operasse con queste cure e con questo approccio interdisciplinare verso Lambert, ciò non è stato ancora fatto e pare non si voglia fare? C’è da chiedersi se dopo la vicenda tragica di Charlie Gard e l’accanito rifiuto dei medici inglesi affinché fosse curato al Gemelli di Roma, lo stesso non stia accadendo con Lambert in Francia. Il perseverante desiderio di far morire, nonostante la possibilità di cure, e cure di successo, è sconvolgente e diabolico. Un applauso ai medici italiani, ci dà speranza sapere che c’è tanta professionalità e passione nella e per la vita dei pazienti. Grazie al Cielo, viviamo in un Paese di buona gente, medici consapevoli del giuramento di Ippocrate e strutture di eccellenza che, diversamente del resto d’Europa, prediligono la cura e il lavoro di ‘team’ invece dell’invidia e dell’abbandono alla morte. Ora, se nonostante la sentenza della Corte d’Appello di Parigi non si dovessero intraprendere terapie opportune, si consenta a Lambert di venire in Italia a curarsi, si evitino altre tragedie. Beato Charlie Gard a te affidiamo questa sincera intenzione del nostro umile cuore, intercedi per noi.

Luca Volontè

Fonte: La Stampa

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