12/12/2015

Omofobia – Anche al Grande Fratello Gaystapo in azione

L’omofobia può stare anche nelle battute più innocue. Si può cadere nel tremendo reato anche inconsapevolmente. Bisogna stare attenti, perché nessuno è al sicuro dall’occhio vigile della polizia segreta.

E la Gaystapo – altro che l’Inquisizione spagnola dei Monty Python! –  è sempre in azione e agisce attraverso la paura e la sorpresa.

Leggiamo su Allnews24 che la nuova vittima del sistema poliziesco messo in piedi dalle lobby Lgbt questa volta è una concorrente del Grande Fratello (il nome calza a pennello).

Eppure, l’edizione corrente del reality show è una delle più gay-friendly della storia. Dalla presenza di Rebecca, concorrente transgender, agli ospiti Marco e Arianna, anche loro entrambi trans, è parso evidente qual è l’orientamento prevalente quest’anno. Il diktat proveniente dall’alto impone di aprire, di accogliere e di accettare ogni forma di orientamento sessuale e di identità di genere. In modo tale che si possa superare l’odiosa discriminazione che ancora regnerebbe tra il popolo bue.

Ebbene, è successo che Verdiana Fanzone, concorrente eliminata alcune settimane fa, ha ricevuto l’accusa di omofobia dal popolo della rete (un popolo che evidentemente non sa come passare il tempo e viene ben manovrato da chi invece sa come trattare l’opinione pubblica). La colpa sta in un video in cui scherzava con la compagna d’avventura Lidia Vella, chiamando l’opinionista Cristiano Malgioglio “Cristiana”. matrimonio gay_omofobia

«Io e Lidiadichiara la Fanzoneabbiamo fatto un video dopo una puntata di qualche settimana fa, dove ci siamo prese lo spazio che il Grande Fratello ci ha negato. Di fatto, con molta ironia, ci tengo a specificarlo, abbiamo chiuso il video messaggio con un “ciao Cristiana”, riferito a Malgioglio. Non abbiamo mai pensato di offenderlo, credo che sia sempre stato molto disinvolto a riguardo. Ma non abbiamo fatto i conti con la Rete, sono stata tacciata di omofobia e non ci sto».

«Chi mi conosce, anche solo per il GF,  – ha sottolineato – sa che quando ho da criticare non lo faccio col sorriso sulle labbra o con l’aria divertita. Pensavo che il pubblico della tv fosse superficiale, ma pare che anche i social network siano sfuggiti dal controllo. Ho ricevuto infatti diversi insulti e minacce. Se i benpensanti che non hanno meglio da fare che criticare me e controllare ogni mia singola parola, mettessero lo stesso impegno per promuovere i diritti civili, probabilmente l’Italia sarebbe un paese pari al resto dell’Europa evoluta».

Aveva proprio ragione Pierre Victurnien Vergniaud, vittima della stessa Rivoluzione francese di cui era stato promotore: «La Rivoluzione è come Saturno: divora i suoi figli».

Federico Catani

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