15/09/2014

Omofobia – In Trentino: percorso lavorativo protetto per transessuali

Il disegno di legge sull’ omofobia in Trentino dovrebbe andare in discussione mercoledì –massimo giovedì- di questa settimana e la maggioranza di centrosinistra autonomista che sostiene la proposta è alle prese con l’ennesimo cambio di rotta.

Dapprima tutti d’accordo, dal PD al PATT (partito autonomista trentino tirolese, di matrice cattolica) ed all’UPT (movimento centrista dell’ex presidente Lorenzo Dellai). Solo qualche franco tiratore aveva osato sollevare perplessità, subito censurate dai rispettivi capogruppo. Interviene il Vescovo ed i centristi –tra cui anche il firmatario Lorenzo Baratter del PATT- si rimangiano la parola, facendo insorgere PD ed Arcigay.

Ora siamo all’ennesimo cambio di casacca: i centristi sono pronti a votare il ddl omofobia proponendo mezza dozzina di emendamenti al testo originario, tutti su temi che i promotori, Arcigay in primis, ritengono non essenziali. Con il placet di associazioni LGBT, quindi, i partiti autonomisti PATT e UPT pare siano tornati alla posizione originaria e disposti a votare a favore.

Da quanto emerge, tre sono i punti su cui gli emendamenti andranno ad incidere: scuola, lavoro e rapporti con la Provincia.

Per quanto concerne l’educazione dei bambini e dei ragazzi, l’emendamento dovrebbe andare a garantire l’autonomia dei singoli istituti, permettendo loro di inserire o meno programmi contro l’ omofobia a piacimento.

La provincia, se il testo emendato dovesse passare, intende non solo collaborare con le associazioni LGBT –come contenuto nel testo originario- ma anche con tutte quelle collegate a “pari opportunità ed uguaglianza”.

 

L’aspetto che sta sollevando particolari polemiche è quello del lavoro: il Trentino diverrà terra ove i transessuali possono godere di un percorso lavorativo protetto senza il quale, secondo i promotori, l’alternativa sarebbe l’entrata nel circuito della prostituzione.

Non c’è che dire: più che raddrizzare la rotta per renderla più compatibile con la piattaforma politica di riferimento delle forze centriste ed autonomiste, questi emendamenti sembrano andare nel senso opposto.

Sempre che il Consiglio decida di arenarsi sulla discussione sull’ omofobia per mesi: la discussione avrà tempi contingentati, ciò significa che per ciascun emendamento un Consigliere potrebbe godere di massimo 13 minuti di dichiarazione. Se consideriamo che il solo Rodolfo Borga della Civica Trentina dovrebbe averne presentati più di 1400, la discussione sarà infinita: l’opposizione è decisa a portare sino infondo l’ostruzionismo.

Ma, considerata la mutevolezza sino ad ora dimostrata, potremmo aspettarci ancora qualche altro colpo di scena.

Marika Poletti

 

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