02/09/2018

Omofobia: una scusa per fare ingiuste discriminazioni

La questione è riportata dalla stampa locale, ma è un paradigma rilevante di una mentalità dittatoriale (da Gaystapo) che caratterizza le lobby LGBTQIA(...) su scala nazionale, anzi “mondiale”: le accuse di omofobia e la lotta contro l’omofobia sono un pretesto per porre in essere subdole e ingiuste discriminazioni.

Accade in Umbria, dove si sta per istituire un “osservatorio” sulle discriminazioni sessuali e l’identità di genere, per costituire il quale era stata chiesta fossero invitate anche associazioni di genitori e famiglie, come l’Age, l’Agesc, il Comitato Articolo 26 e il Forum delle famiglie.

Il consigliere regionale Sergio De Vincenzi (Misto-Umbria next) è stato colui che ha sollevato in un’interrogazione, mesi fa, sulla  necessità di garantire il dovuto pluralismo all’interno dell’osservatorio e in sede di protocollo sulle discriminazioni sessuali e l’identità di genere. Egli ricorda all’Umbria Journal che «La Presidente della Giunta regionale [Catiuscia Marini] ebbe a dichiarare testualmente: ‘Tutto quello che il codice civile prevede sulle famiglie, potrà trovare rappresentanza consentendo la possibilità di partecipazione alla procedura che immaginiamo sarà fatta con un avviso pubblico come di norma facciamo nella costituzione degli osservatori e saranno selezionate garantendo, ovviamente, il pluralismo. Anzi, credo proprio che questo sia il tema fondamentale per la riuscita della legge’. Non sono necessari ulteriori commenti, credo. La presidente Marini aveva così liquidato la questione, garantendo piena applicazione dei principi democratici ed istituzionali».

Oggi, invece, pare che ci sia spazio solo per le associazioni LGBTQIA(...). Protesta De Vincenzi e si chiede se «Catiuscia Marini è Presidente di tutti gli umbri, sia che l’abbiano votata che no, o solo di una parte come vorrebbero le lobby LGBTI (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) della nostra regione. Lobby che comunque, non dimentichiamolo – continua – hanno già ottenuto una legge con un finanziamento di 50mila euro mentre tante altre realtà umbre, che versano in condizioni ben più disagiate o drammatiche, sono state pressoché ignorate. Io non credo che la presidente Marini sia pronta a difendere l’indifendibile, ma presto ce lo farà sapere. E ci dirà pure, con la decisione che prenderà, che stima ha delle istituzioni e della democrazia, come pure di tutte le istanze della società civile regionale di cui dovrebbe farsi interprete in quanto Presidente».

Questa è la stima del pluralismo e della democrazia che hanno certi personaggi: la Gaystapo voleva un incarico istituzionale in Regione. E l’osservatorio lo gestisce lei e solo lei. Altrimenti che Gaystapo è?

Alba Mustela

 

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