16/09/2015

Omofobia: in Trentino nuovo stop al ddl

La legge contro l’omofobia di cui si discute da tanto tempo in Trentino ha subìto una dura battuta d’arresto. Probabilmente fatale.

Ancora una volta, è evidente che, se si gioca bene la partita, credendo davvero in quanto si fa, la vittoria è possibile. Grazie anche allo sforzo ci associazioni come il Coordinamento Famiglie Trentine.

Il Trentino ci rende noto lo svolgimento della seduta del Consiglio provinciale di ieri. Si doveva parlare della legge contro l’omofobia. La maggioranza, però, è naufragata: infatti, il consigliere della Ual Giuseppe Detomas ha ritirato la firma dal disegno di legge in questione.

Chiusa in anticipo la seduta, in serata il capogruppo del Patt Lorenzo Baratter ha inviato una nota al presidente Ugo Rossi e ai capigruppo di maggioranza, per chiedere un vertice urgente: nel Patt vi erano malumori e dunque sarebbe stato meglio fermare tutto e riparlarne.

Il vertice di maggioranza di ieri sera si è chiuso senza decisioni.

Ma perché Detomas ha ritirato la propria firma dal ddl? Forse più per motivi politici che ideali. Ad ogni modo, nel suo intervento in aula di ieri ha dichiarato il suo dissenso rispetto alla deriva presa dall’iter di discussione: «Il tema è diventato il terreno di uno scontro ideologico e a questo punto dovrebbe tornare in commissione». La maggioranza è rimasta spiazzata.

Dalle opposizioni si è continuato a intervenire contro la normativa. «Una legge pericolosa» per Rodolfo Borga (Civica), che ha mostrato la foto di due padri gay appellandosi alle consigliere contro la pratica dell’utero in affitto. «Non avete altro di cui parlare? Non c’è nessuna urgenza», accusa Claudio Cia, già noto per aver detto che non intende essere pagato per le sedute in cui si è discusso di tali questioni, certo non prioritarie per il territorio.

Il centrodestra ha cercato di rallentare il più possibile i lavori in aula. E, per una serie di concomitanze, al momento la discussione è andata incontro ad un nuovo stop.

Redazione

 

 

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