22/04/2016

Omosessuali in uniforme. A Trento i “vigili contro l’omofobia”

Essere omosessuali e farne una bandiera, da rivendicare con orgoglio e in maniera pubblica. E’ questa lo stile che contraddistingue gli attivisti gay, che ben si distinguono dalle persone che vivono la loro tendenza omosessuale nel privato, molto spesso cercando di lavorare su di sé e sul proprio passato per capirne le origini.

Uno stile prepotente, solo apparentemente ‘allegro’, che sta iniziando a colonizzare anche gli ambienti lavorativi e, nello specifico della notizia in questione, nelle caserme.

A Trento gli omosessuali in uniforme (che poi, quanti sono?) si sono recentemente riuniti e hanno dato vita all’evento: “Forze dell’ordine e Vigili del fuoco contro l’omotransfobia“, sapientemente orchestrato da Arcigay Trentino e con l’avallo dell’assessorato alle Pari opportunità della Provincia.

Sabato 16 aprile ha avuto luogo la presentazione ufficiale, presso la Sala Rosa del Palazzo della Regione. Un momento – si legge su L’Adige – che “ha visto l’adesione di numerosi componenti delle Forze dell’Ordine e dei Corpi dei Vigili del Fuoco per sensibilizzare sull’importanza di queste istituzioni nel contrasto all’omotransfobia (!) e della visibilità e inclusione (sic!) delle persone lgbt al loro interno“.

A presenziare all’evento uno stuolo di personalità, tutte evidentemente succubi del pensiero politically correct, che prevede il linciaggio immediato per chiunque non si dichiari a favore della lobby LGBTQI(...): i rappresentati della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco permanenti e volontari con il presidente Alberto Flaim, del Commissariato del Governo con la dottoressa Filomena Chilà, della Questura di Trento con il vicequestore Anna Maria Maggio. Presenti anche il tenente Rossella Pozzebon della compagnia di Trento dell’Arma dei Carabinieri e la Polizia locale di Trento, Rovereto e Pergine con Mauro Eccel, Giorgio Matassoni e Andrea Tabarelli. E, ancora, i rappresentanti di Polis Aperta (associazione Lgbt degli appartenenti alle Forze Armate e alle Forze dell’Ordine) e quelli dell’Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori.

Nella stessa occasione è stato anche presentato il gruppo “Vigili contro l’omofobia“, nato la scorsa estate con lo scopo di riunire i vigili del fuoco omosessuali e che rappresenta un unicum a livello nazionale.

Insomma, da questo evento emerge in maniera molto chiara come l’uniforme non sia più preclusa alle persone con tendenze omosessuali, com’era invece fino a pochi anni fa. Una consuetudine, quest’ultima, che di certo non è sempre stata canalizzata in maniera costruttiva e rispettosa della persona (che non è definita nel suo valore dall’orientamento sessuale), ma che poggiava le radici su una convinzione che oggi viene considerata ‘omofoba’: gli atti omosessuali sono contronatura e non possono essere tollerati o, addirittura, incentivati.

Un ultimo aspetto, infine. E’ infatti importante rilevare come il progetto “Forze dell’ordine e Vigili del fuoco contro l’omotransfobianon intenda affatto prendersi cura delle persone, bensì solamente portare avanti una ben precisa visione ideologica pro-LGBT.

La cosiddetta omofobia, il rispetto e la lotta alle discriminazioni qui c’entrano poco; anche perché, altrimenti, qualcuno dovrebbe provare a spiegare come mai chi è sposato ed è padre di famiglia non è meritevole degli stessi ‘privilegi’...

Redazione


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