10/05/2015

Omosessualismo nei libri per bambini: “Ci sono anch’io”

Per chi fosse interessato alla letteratura per ragazzi e ai libri per bambini, c’è una mostra itinerante di libri davvero imperdibile: con la solita scusa delle differenze è un’occasione rara di propaganda all’omosessualismo.

Si chiama “Ci sono anch’io” e ne ha dato notizia persino un’agenzia ANSA.

Ci sono ben 150 libri che parlano di differenza. Da disabile, all’immigrato, tra i “diversi” non potevano mancare gli omosessuali.

Anzi, l’omosessuale è il vero protagonista di questa mostra: gli altri sono solo comparse o al massimo attori di secondo piano.

Non poteva essere altrimenti, visto che la mostra è organizzata da Francesca Pardi autrice di storie per bambini come “Piccolo uovo”, “Storia di una famiglia: perché hai due mamme?” e “Qual è il segreto di papà?” (il segreto di papà è che ha un fidanzato).

Bludental

L’omosessualismo, si sa, ha più probabilità di presa sulle coscienze immacolate dei bambini che su quelle dei loro genitori.

“Ci sono anch’io”... Io chi?

Tempo fa vi abbiamo detto di S. Bear Bergman, attivista LGBT (nata donna e divenuta uomo) che ha scritto un articolo su Huffington Post intitolato: “Sono venuto a indottrinare i vostri figli e non mi dispiace”: Ho sempre detto che non voglio indottrinare nessuno con le mie credenze per quanto concerne i gay, lesbiche, transessuali e bisessuale… Ho mentito…Sono venuto per indottrinare i vostri figli e non mi dispiace”. Bergman ha svelato che è una loro strategia usare un linguaggio “soft” quando parlano di omosessualità e quindi non rivelare lo scopo ultimo ossia: il proselitismo”.

Forse di tanto in tanto dovremmo rileggere anche qualche brano del saggio “Elementi di critica omosessuale” di Mario Mieli, eroe – simbolo dell’omosessualismo, icona dell’ideologia gender in Italia: “Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica“. (da Elementi di critica omosessuale, 1977)

Oppure il tristemente noto brano di Michael Swift (da Gay Community News, 15-21/02/1987):

“Noi sodomizzeremo i vostri figli, simboli della vostra mascolinità debole, dei vostri sogni superficiali e delle vostre volgari menzogne. Li sedurremo nelle vostre scuole, nei vostri dormitori, nelle vostre palestre, nei vostri spogliatoi, nelle vostre arene, nei vostri seminari, nei vostri gruppi giovanili, nei bagni dei vostri teatri, nelle vostre caserme, nei vostri parcheggi, nei vostri club maschili, nelle vostre camere del Congresso, ovunque gli uomini sono insieme ad altri uomini. I vostri figli diventeranno i nostri lacchè e faranno ciò che vogliamo. Saranno plasmati di nuovo a nostra immagine. Ci desidereranno e ci adoreranno”.

Redazione

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