11/04/2019

Omotransfobia, Pro Vita & Famiglia: «Legge cavallo di troia. Un emendamento li ha sbugiardati»

COMUNICATO STAMPA

Omotransfobia, Pro Vita & Famiglia a Bologna:
«Legge cavallo di troia. Un emendamento li ha sbugiardati»

 

Roma, 11 aprile 2019

«Un emendamento li ha sbugiardati. Cosa c’era dietro? L’utero in affitto e l’indottrinamento dei nostri figli senza possibilità di opposizione e di dissenso. Una legge bavaglio e il solito cavallo di troia smascherato»: con queste prime battute ai giornalisti di Jacopo Coghe, vice presidente del Congresso Mondiale delle Famiglie, si è aperto il convegno “Sì alle leggi per la Famiglia, No alla legge sulla omotransnegatività”, organizzato in Regione Emilia-Romagna contro la legge sulla omotransfobia al momento congelata, che ha visto protagonisti anche il direttore delle campagne di CitizenGO Italia Filippo Savarese e Maria Rachele Ruiu di Pro Vita & Famiglia insieme ai consiglieri regionali di area centrodestra, organizzatori dell’incontro.

Per Coghe, che ha sottolineato l’assurdità di essere scortati per esprimere la propria opinione, la legge è inutile perché «basta leggere i dati Oscad, l’Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori. In 7 anni dal 2010 al 2017», afferma, «sono arrivate solo 140 segnalazioni costituenti reato legate a tematiche di orientamento sessuale. Potremmo tranquillamente dire, le statistiche lo dimostrano, che sono poco più di una l’anno per Regione e che le persone con tendenze omosessuali che vengono ingiustamente discriminate hanno già tutti gli strumenti per difendersi e sono costantemente monitorate e sostenute».

Per CitizenGO Italia con Savarese: «Questa è una legge che censura politicamente chi crede che i bambini hanno diritto a un papà e una mamma: il Presidente Bonaccini sappia che se passerà ce ne ricorderemo e mobiliteremo tutta la Regione nelle prossime elezioni regionali».

«L’emendamento sull’utero in affitto», per Maria Rachele Ruiu di Pro Vita & Famiglia, «ha svelato il cuore si questa proposta, penso non si debba aggiungere nulla. Volevano entrare nelle scuole per progetti come “;W l’amore”, dove con la scusa della discriminazione si parla ai bambini di ben altro. È amaro leggere fuori dalla Regione lo striscione “;libere di scegliere”. Sì, vogliamo che le donne siano libere di scegliere se essere mamme o lavoratrici, magari. Io sono una mamma e voglio pari opportunità per tutte! E poi cosa c’entra con la libertà lo sfruttare il corpo di una donna? Cosa c’entra con la libertà di negare a tavolino un padre o una madre a un bambino?».

Ufficio Stampa del Congresso Mondiale delle Famiglie
Ufficio Stampa di Pro Vita & Famiglia

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