07/04/2015

Piccoli passi possibili: l’ultimo libro su Chiara Corbella Petrillo

Il nome di Chiara Corbella Petrillo non è nuovo ai lettori di Notizie ProVita.

E’ l’amicizia antica e profonda del nostro Presidente con Chiara e la sua famiglia, la testimonianza di Chiara e la sua morte che hanno fatto nascere ProVita.

Abbiamo già parlato di un libro che dà voce alle persone che hanno fatto parte della vita di Chiara, seppure in maniera molto differente. Persone che il 15 settembre 2013 ad Assisi hanno portato la propria testimonianza di fronte a circa milleduecento persone e i cui racconti sono stati riuniti in un agile ma densissimo testo dal titolo Piccoli passi possibili – Chiara Corbella Petrillo: la parola ai testimoni.

Il libro ripercorre la vita di Chiara partendo dall’infanzia, passando attraverso il dolore legato alla morte di due figli “nati al cielo” dopo aver vissuto solo pochi minuti e attraverso l’esperienza della malattia, e culminando nel giorno della morte. Una morte che, tuttavia, non scrive la parola “Fine” ma anzi apre a dei frutti immensi e inimmaginabili perché “amore genera amore”, secondo una moltiplicazione che sfugge ai calcoli razionali.

Enrico, il primo e unico fidanzato di Chiara, divenuto poi suo marito e padre dei suoi tre figli, dà un’interpretazione commovente e limpidissima dell’esperienza – un intreccio di gioia e sofferenza – che ha avuto per protagonista sua moglie: “Il Tau è l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico. […] Il Tau è l’ultima lettera, la croce è il fine di ogni cosa. La croce è il fine, non ‘la fine’ di ogni cosa. È quella cosa che dà sapore a ogni altra cosa. Pensa alla tua vita senza la morte: ti perderesti in un attimo! La vita ha sapore perché c’è la morte, la vita ha sapore perché c’è la croce” (p. 24).

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Chiara è cresciuta crescendo. La sua vita non è segnata da eventi eclatanti, anzi: la sua infanzia, la sua adolescenza, il burrascoso fidanzamento con Enrico e la decisione di sposarsi sono stati segnati dalle gioie e dalle difficoltà tipiche di tutti. Eppure le diverse persone incontrate sul cammino e le esperienze vissute hanno portato Chiara a maturare e ad abbandonarsi, arrivando a perdere la propria vita per amore. Non a caso una delle frasi che ha maggiormente influenzato la sua vita, aiutandola a diventare una persona libera di fronte a se stessa e agli altri è: “Il contrario dell’amore è il possesso”.

Questo percorso quotidiano di lavoro su di sé ha gradualmente portato Chiara – e con lei Enrico – a essere pronta nel momento in cui si è trovata a dover affrontare la malattia e la morte, sua e dei suoi figli. In un’ottica di fede, padre Francesco Pilloni dei Frati Minori di Assisi, spiega così questo itinerario di vita: “Ogni giorno il Signore ti dà da fare un passo, ma i passi iniziano quando si fermano le tue certezze mentali, il viaggio inizia sempre quando finiscono le certezze che ti sei dato. Il piccolo passo possibile si basa sulla fede su una realtà che ti rende credente; non su quello che hai deciso con la testa, ma su quello che è possibile vivere, che è un po’ di più rispetto a quello che ti sei dato come misura: è la fede!” (p. 34).

 “Grazie Chiara perché chi ti incontra trova un’amica vicina che incoraggia ad andare ‘più in là’”, scrive ancora padre Francesco. È proprio così: venire a contatto con persone, come Chiara, che hanno vissuto al massimo in un arco temporale molto limitato, votando completamente la propria esistenza all’Amore, alla Vita, alla Famiglia e agli altri infonde coraggio e stimola ognuno a sfidare i propri limiti e le proprie debolezze, paure e incostanze … per compiere ogni giorno tanti ed entusiasmanti “piccoli passi possibili”!

Giulia Tanel

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