19/05/2016

Poliziotti, siate “omosessuali con gayezza”

Omosessuali in divisa. Con gioia... o forse sarebbe più corretto dire ‘con gayezza’.

Non è il primo d’aprile, è realtà. Mercoledì 11 maggio si è infatti svolta, presso la Scuola allievi agenti di Polizia di Stato di Peschiera, una ‘lezione’ “organizzata dal direttore della scuola Gianpaolo Trevisi nell’ambito del progetto seguito in collaborazione con l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad), organismo interforze della Polizia e dell’Arma dei Carabinieri creato per agevolare le persone vittime di reati a sfondo discriminatorio“. E non è neanche la prima volta che la polizia si piega a questo genere di cose: proprio un anno fa era stata la volta delle scuole di Alessandria e Brescia.

A sedere in cattedra, di fronte ad oltre 150 giovani, l’agente Alessandro, portavoce degli omosessuali in divisa, in quanto membro del direttivo dell’associazione Polis Aperta.

Ha detto:« Dichiarare il proprio orientamento sessuale, è stata una scelta positiva, che ha migliorato i rapporti umani con i colleghi e mi ha dato una serenità maggiore sul lavoro».

Ohibò! Allora dov’è l’omofobia? A che servono tutte queste manfrine?

Naturalmente, come i nostri Lettori ben sanno, ProVita tiene in massimo conto ogni persona, al di là dell’orientamento sessuale. Ma è evidente che l’iniziativa della scuola di polizia di Peschiera in favore dei poliziotti omosessuali non era affatto volta al rispetto della singolarità di ognuno. No, la lezioncina aveva tutt’altro scopo, ossia quello di fare propaganda, un vero e proprio inno all’omosessualismo, nel subdolo tentativo di convincere l’opinione pubblica che “si può fare tutto” e che “l’importante è che una coppia si ami (il solito love is love: tra due o più persone, di qualsiasi età e perché non tra persone e animali o cose?) non conta“. E’ la sagra del degrado umano e sociale, ancora prima che morale.

A conferma di quanto affermiamo, è sufficiente la frase pronunciata a margine dell’incontro dal direttore Trevisi: “Gli allievi poliziotti, come dico sempre, devono essere istruiti con le lezioni teoriche e addestrati con le lezioni pratiche (lasciamo ad altri l’onere di capire quali ‘esercizi’ vengano proposti agli allievi in questo ambito, ndR), ma anche plasmati per diventare ancora prima che ottimi poliziotti dei bravi cittadini: per questo servono tutte le possibili lezioni di vita, come la testimonianza che abbiamo avuto oggi“.

Invece di rendersi conto che la cosiddetta omofobia non è un’emergenza italiana, e che anzi l’Italia è uno dei Paesi più gay-friendly, anche nell’ambito delle forze dell’ordine bisogna piegarsi di fronte all’ideologia.

Avevamo già parlato qualche mese fa degli omosessuali in uniforme contro l’omofobia a Trento, ora il caso di Peschiera conferma.

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Redazione


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