06/11/2012

Portati a sepoltura 52.000 bambini mai nati

In occasione della ricorrenza dei defunti l’associazione “Difendere la vita con Maria”, presente in 13 regioni italiane e da anni impegnata in prima fila a tutela dell’intangibilità della vita umana, ha voluto trarre un breve bilancio della sua attività di sepoltura dei “bambini mai nati”.  In 12 anni di attività, l’associazione presieduta da don Maurizio Gagliardini ha finora dato sepoltura a 52mila “corpicini” in tutta Italia. Grazie ad una serie di convenzioni con una ventina di comuni, tra cui Busto Arsizio, Gallarate, Bergamo, Varese, Torino, Biella, Genova, Perugia, Caserta, Cremona, Agrigento e Roma, infatti, è stato possibile seppellire e dare una benedizione ai bambini non nati. In alcuni casi i luoghi di sepoltura sono diventati addirittura luoghi di preghiera e di meditazione, come quella riservata all’associazione nel cimitero di Gallarate (Va) o “Il Giardino degli Angeli”, il cimitero dei bambini non nati della città di Roma inaugurato lo scorso anno nel quartiere Laurentino.

Crediamo sia importante portare all’evidenza dell’opinione pubblica il tema della dignità e dell’intangibilità della vita umana, avendo a cuore i gesti quali il seppellimento e una benedizione per quei bambini non nati, i cui resti non possono essere considerati alla stregua di cose – ha commentato il presidente dell’associazione “Difendere la vita con Maria”, don Maurizio Gagliardini -. Il nostro impegno è nato esattamente dodici anni fa in risposta ad un appello emerso durante un convegno internazionale in Messico, alla Madonna di Guadalupe, e si traduce in un piccolo gesto d’amore che rappresenta un segno per contribuire a promuovere una cultura per la vita e una civiltà dell’amore”.

Si intitola proprio Un gesto d’amore. Bambini non nati: l’onore e la pietà, il libro appena pubblicato da Cantagalli Editore che raccoglie gli atti di un convegno svoltosi a Roma nel Marzo del 2011 sugli aspetti teologici, pastorali e giuridici del trattamento da riservare ai feti abortiti, con contributi di illustri cardinali, vescovi, teologi, politici, giuristi, bioetici e liturgisti.

Tra i maggiori sostenitori dell’iniziativa portata avanti dall’associazione “Difendere la vita con Maria”, il cardinal Elio Sgreccia che dopo aver contribuito a “sdoganare” il tema della sepoltura dei bambini non nati, è oggi impegnato nel cercare di dare un maggiore sostegno, a livello psicologico e di preghiera, alle donne che hanno scelto di interrompere la gravidanza. “La sindrome post aborto è accettata sul piano scientifico e spesso sconvolge la vita della donna che ha scelto di interrompere la gravidanza e il suo rapporto con il marito – ha commentato monsignor Elio Sgreccia -. L’elaborazione del lutto da parte delle madri che hanno abortito è un processo lungo e doloroso, ma la Chiesa insegna che si può chiedere perdono a Dio e allo stesso bambino non nato, che ora vive nel Signore. La madre è anch’essa una vittima e il suo recupero si basa sul fatto che nulla è perduto e nella fede è possibile ricostruire un equilibrio e una armonia interiore”.

Fonte: Resegoneonline

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