29/06/2017

Pray 4 Charlie: ormai non resta altro che pregare

Pare che abbiano tolto ai genitori di Charlie la patria potestà  e non permettano loro di portare a casa il bambino a morire tra le loro braccia, come potete vedere dalla foto qui sopra.

La cosa assume dei contorni davvero preoccupanti.

Rilanciamo un appello alla preghiera per Charlie Gard e i suoi genitori: ci perdonino i Lettori non credenti, ma temiamo che ormai non ci sia più nient’altro da fare che pregare.

Un mare di preghiera si sta innalzando da tutta Europa per la salvezza di Charlie Gard, per la sua famiglia e per evitare che vengano uccisi bambini ed ammalati o disabili considerati al di sotto degli standard della qualità della vita.

È un movimento spontaneo, appena nato, senza alcun appoggio, e già in forte crescita, che trova riferimento nel sito web Pray 4 Charlie e nella corrispondente pagina Facebook.

Decine sono le veglie già organizzate in Italia, da Tolmezzo a Molfetta, da Torino a Rimini. Si tratta di adorazioni eucaristiche, rosari, veglie, Messe, vespri, tutte accomunate dalla finalità che venga lasciata a Charlie Gard la libertà di vivere.

Charlie aveva il passaporto pronto per l'America, dove i genitori vorrebbero tentare una cura sperimentale.
Charlie aveva il passaporto pronto per l’America, dove i genitori vorrebbero tentare una cura sperimentale.

Il monastero Corpus Domini di Cento (Fe) dedica l’intera giornata di domenica 2 luglio alla preghiera per Charlie Gard.

Adesioni sono giunte già dall’estero. Ieri sera, giovedì, alle 21, presso la grotta di Masabielle, a Lourdes, si è tenuta una veglia di preghiera per il bimbo inglese.

Oggi, venerdì, a Tirana, presso la cattedrale di San Paolo, in occasione del settimo anniversario della fondazione di Provita Albania ci saranno un’adorazione eucaristica ed una Messa con intenzione per Charlie Gard.

Numerose altre veglie sono in via di definizione e il calendario e la mappa sono in continuo e rapido aggiornamento.

Sempre più viva è la consapevolezza che con Charlie Gard – che non è malato terminale e sul quale non c’è alcun accanimento terapeutico – si segni il passaggio da un ingannevole e inesistente “diritto a morire” ad un “dovere di morire” per chiunque non viene considerato degno, ovvero sufficientemente produttivo.

Questo potere dello Stato sulla vita e la morte delle persone evoca gli spettri delle peggiori dittature del secolo scorso.

Per ulteriori informazioni, oltre al sito e alla pagina Facebook, è attivo l’indirizzo email: [email protected].

Francesco Bellotti


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