10/02/2019

Regione Calabria: approvata legge per propaganda gender

In fatto di ideologia gender, la Calabria è ormai sulla scia di Germania, Svezia e altri Paesi del Nord Europa. È del 29 gennaio scorso, l’approvazione presso la Commissione Sanità, Attività Sociali, Culturali e Formative del Consiglio Regionale di una proposta di legge regionale sulle Disposizioni per il superamento delle discriminazioni basate sull’identità di genere e l’orientamento sessuale. Si tratterebbe del primo provvedimento mai adottato in tal senso nell’ambito delle regioni italiane, che pone la Calabria addirittura all’avanguardia in fatto di “diritti” Lgbt, andando a scavalcare persino le regioni rosse.

Nella relazione introduttiva, la proposta di legge viene presentata come «in coerenza con la normativa nazionale ed europea e in linea con la road map dell’Unione Europea contro l’omofobia e la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere di cui alla risoluzione del Parlamento Europeo del 4 febbraio 2014». Nel medesimo testo, viene menzionato il discorso del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che, il 17 maggio 2017, in occasione della Giornata Mondiale contro l’omofobia, dichiarò che «l’omofobia e la transfobia violano la dignità umana, ledono il principio di uguaglianza e comprimono la libertà e gli affetti delle persone».

All’art.1, c.1, la proposta di legge calabrese proclama il ripudio di «ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e le caratteristiche sessuali e pone in essere azioni volte al loro superamento». La Regione si impegna quindi a promuovere «politiche e interventi per la prevenzione e il contrasto alla violenza basata sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e le caratteristiche sessuali» (art. 1, c.4).

Nello specifico, sono previsti interventi per la rimozione delle discriminazioni in tema di: politiche per la famiglia e abitativa (art.3), in cui si recepiscono tutte le novità derivanti dalla legge sulle unioni civili del 2016; politiche del lavoro, integrazione sociale e responsabilità sociale delle imprese (art.4); servizi sanitari e socioassistenziali e tutela della salute (art.5); istruzione e formazione professionale (art.6). Viene inoltre istituito un Osservatorio regionale sull’omotransfobia (art.7), senza trascurare il sostegno a campagne mediatiche (art.8) e alla formazione del personale regionale, sempre in merito alla non discriminazione basata sull’identità di genere e l’orientamento sessuale e misure di sostegno alle vittime (art.10).

«Si tratta di una proposta ideologica e illiberale che potrebbe comportare non solo la diffusione e l’imposizione dell’ideologia gender su tutto il territorio calabrese, ma verrebbero seriamente messe a rischio la libertà di pensiero e di opinione sancite dalla nostra Costituzione», si legge in un comunicato di Generazione Famiglia, a commento dell’iniziativa legislativa calabrese.

«La Regione Calabria», prosegue la nota, «approvando questo provvedimento, rischia di farsi portatrice di pericolose istanze retoriche e discriminatrici, dietro le quali si celano le finte sirene della civiltà e del progresso. Auspichiamo, invece, che la Regione Calabria si faccia promotrice di una forte coscienza civica e sia sempre più attiva per un recupero delle nostre radici culturali attraverso le quali garantire il sostegno alla libertà di opinione, vero sale della democrazia partecipativa e risorsa fondamentale per assicurare libertà educativa a tutto il popolo calabrese».

«Coscienza civica e identità, infatti, sono gli unici veri antidoti alle discriminazioni di ogni tipo. Generazione Famiglia è pronta sin da subito a mobilitarsi per contrastare questo provvedimento assurdo in quanto inutile e ideologico», conclude poi il comunicato.

Luca Marcolivio

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