28/10/2017

Scuola: rispetto, inclusione, no gender (allora il gender esiste!)

«Un Piano nazionale per promuovere nella scuola di ogni ordine e grado l’educazione al rispetto, per contrastare ogni forma di violenza e discriminazione e favorire il superamento di pregiudizi e disuguaglianze, secondo i principi espressi dall’articolo 3 della Costituzione italiana»: così il Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha presentato ieri al Teatro Eliseo di Roma le linee guida del MIUR per l’attuazione del tristemente noto comma 16 della legge 107 che invita le scuole a educare alla “parità di genere”.

Massimo Gandolfini è abbastanza soddisfatto perché dette «linee guida  fanno riferimento al principio antropologico della differenza tra maschile e femminile come fondante delle identità e indispensabile per la procreazione e il mantenimento della vita».

Il Presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli dice anche che «non si lascia spazio a interpretazioni fantasiose, si garantisce che l’ideologia gender non entrerà nelle scuole e viene ribadito il primato educativo dei genitori facendo riferimento all’articolo 30 della costituzione». A prima vista è certamente così. Però ci riserviamo di leggere i documenti in questione con calma ed attenzione, perché ci sono talune sottili criticità da rilevare.

Certamente, chiosa l’avvocato Simone Pillon, «Abbiamo ottenuto il consenso informato e il diritto dei genitori a decidere in ordine all’educazione sessuale dei figli.
Abbiamo preteso che fosse citato l’art 30 della Costituzione e l’art. 26 della dichiarazione universale dei diritti umani e soprattutto che fosse escluso ogni insegnamento della teoria gender» a scuola.

E certamente è stato uno «straordinario risultato del Comitato Difendiamo i nostri Figli» dei family day, delle mille conferenze, dei flash mob davanti al ministero e agli uffici scolastici provinciali, e anche del bus anti gender.

Giustamente, nota Pillon , «in politica si ottiene molto di più dagli avversari (cfr. Fedeli) che dai sedicenti amici (cfr. Alfano)». E poi « nessuno potrà più dire che il gender non esiste. Capito Grillini, Lo Giudice, Scalfarotto, Cirinnà etc. etc.?
Se le battaglie si fanno si vincono, se non si fanno (magari per non essere divisivi) si perdono a tavolino».

Ma giustamente dice anche che «Dovremo continuare a vigilare». Anzitutto, leggendo attentamente i documenti di cui si parla (che anche voi cari Lettori potete scaricare in originale qui).

Soprattutto perché siamo sotto elezioni e noi – che sappiamo di far peccato a pensar male – sappiamo bene che le parole, in clima pre-elettorale vengono ben ponderate e si fa del tutto per “accontentare” gli avversari e guadagnare consensi.

Perciò, seguite i nostri prossimi articoli e vi esporremo in modo dettagliato i contenuti di queste linee guida per la scuola.

Intanto, certamente, grazie al CNDF, perché hanno sicuramente ottenuto il massimo che da certi personaggi poteva essere ottenuto.

Redazione


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