24/11/2017

Se il diritto alla vita diventa diritto alla “dignità della vita”

I PM di Milano vogliono che il “diritto alla vita” diventi il “diritto alla dignità della vita”?

Ieri a Milano presso l’ aula magna della Università Statale di via Festa del Perdono si è svolto il convegno “La morte sfida il diritto” organizzato dalla associazione “Medicina e Diritto”.

Fra i relatori un Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Milano, la dottoressa Luisa Baima Bollone.

La PM si è lanciata in un intervento sperticato e spericolato per difendere Marco Cappato dalla accusa di “aiuto al suicidio” (art. 580 C.P.) nei confronti del DJ Fabo, per cui lo stesso leader radicale si era auto-denunciato.

Alla fine della sua conferenza, la PM ha proposto che l’ articolo 2 della Costituzione venga cambiato o reinterpretato per trasformare il “diritto alla vita” in “diritto alla dignità della vita”.

Questa riscrittura del senso dell’ art. 2 della Costituzione, comporterebbe uno stravolgimento totale del nostro sistema giuridico ed etico. E proprio in senso eutanasico.

Infatti se non conta la vita in sé, ma la sua dignità, le vite poco dignitose potranno essere tranquillamente soppresse. Addirittura con il beneplacito della costituzione.
Il suicidio assistito verrà sdoganato: infatti chiunque riterrà la sua vita “non dignitosa” potrà invocare la morte come “rimedio” a questa perdita di dignità.

Non solo: chiunque riterrà non dignitosa la vita di qualcun altro potrà invocarne la sua soppressione “nel suo miglior interesse”, come è accaduto al povero Charlie Gard.

E la “dignitosità” delle condizioni di vita delle persone non si desume solo dalla salute fisica e dalla eventuale disabilità: anche la vita di un depresso può essere considerata non dignitosa. E quella di un drogato, di un povero, di un barbone, di un disoccupato, di qualcuno che ha subito un grave lutto familiare...

Angelo Mandelli


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