11/01/2015

Sentinelle in Piedi di Bari: bugie e denigrazione mediatica

Ennesima pioggia di bugie sulle Sentinelle in Piedi.

La disinformazione pare essere uno degli elementi caratterizzanti di quotidiani come “Repubblica” e “La Gazzetta di Bari”, che hanno scritto con una disonestà giornalistica eclatante un sacco di bugie sulle Sentinelle in Piedi del capoluogo Pugliese.

La Repubblica, in un suo articolo , definisce i veglianti un “movimento cattolico tradizionalista” senza badare troppo alla qualifica che da sempre si legge sul sito ufficiale delle Sentinelle in Piedi, ovvero una “rete apartitica e aconfessionale” che, in quanto tale, non è legata ad alcun partito ed a nessuna istituzione religiosa. Eppure, anche questa volta, Repubblica titola: “Bari, il centrodestra tra le sentinelle in piedi”. Inutile ribadire che i politici che partecipano a queste veglie lo fanno a titolo personale e in nome della loro libertà d’espressione (che a quanto pare è garantita solo ai politici di sinistra).

E’ inoltre un errore voluto e commesso in mala fede quello di definire le sentinelle “cattoliche” in quanto pochi giorni prima della veglia, il centro musulmano barese ha garantito tutto l’appoggio per le iniziative pro famiglia, invitando anche ad organizzare conferenze nel loro centro!

Il tenore dell’articolo de La Gazzetta di Bari si spinge oltre, dipingendo le Sentinelle come un gruppo di persone malinconiche, sconsolate ed oppressive e i contestatori quali un “gruppo variopinto di ragazze e ragazzi” che, cantando, portano un po’ di serenità a questi “tradizionalisti omofobi”.

La matematica non è opinione per nessuno, ma taluni giornalisti possono derogare a questo principio ed aumentare a piacimento i manifestanti dei due “schieramenti” a seconda delle proprie inclinazioni (e, chi lo sa, magari anche con “incoraggiamento retribuito” da parte del caporedattore): le 50 sentinelle, si legge negli articoli, sono state accerchiate dai più numerosi manifestanti “a favore dei diritti civili” (quali diritti?) che, intonando canti (uno strazio per i poveri baresi) e danzando intorno ai veglianti, hanno portato un po’ di allegria e gioia in piazza.

Ecco, invece, la realtà: una decina di attivisti lgbt (raggiunti durante la contromanifestazione da un’altra decina) che esibiscono fieramente la bandiera di Rifondazione e ben 80 sentinelle in piedi che, nel classico stile pacifico e sereno che li contraddistingue, vegliano tranquillamente senza degnar d’uno sguardo i provocatori.

Prendano atto della sconfitta subita, i contro-manifestanti, anche a Bari (il cui Sindaco è notoriamente schierato : ha introdotto nei moduli d’iscrizione agli asili la dicitura “genitore 1” e “genitore 2”). E i giornalisti non potendo sopportare la verità, non possono che ricorrere alla menzogna.

Questo episodio è un altro punto a favore della società civile che scende in piazza per tutelare il diritto di un figlio ad avere una madre e un padre, per affermare l’unicità del matrimonio quale unione tra un uomo ed una donna e per difendere la libertà d’espressione garantita dalla nostra Costituzione (non dalla Bibbia e nemmeno dagli statuti di partiti politici di centrodestra).

E, soprattutto, è un grande incoraggiamento per quei cittadini che ancora temono di scendere in piazza per tutelare i loro diritti: a Bari, una città ostile e schierata, 80 persone sono riuscite ad abbattere quel muro ideologico eretto dal Sindaco, dai suoi collaboratori e dalle lobby gay, e a scendere in piazza per urlare in silenzio la loro libertà.

Elia Buizza

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