08/10/2014

Sentinelle in Piedi – Veneziani: come gli uomini civili vissuti per millenni

Internet regala a tutti la sensazione di essere un personaggio di chiara fama, seguito e modello di vita; per questo motivo questi nuovi idoli di popolo si sentono in dovere di pontificare su qualsiasi cosa e cosa di meglio in questo momento se non sulle Sentinelle in Piedi?

Selvaggia Lucarelli non si dà nemmeno le arie di intellettuale -a ragion veduta- e si esprime in modo più che gergale, affermando che l’aggressione contro le Sentinelle in Piedi a Bologna è “L’unica iniziativa dei centri sociali che ho trovato utile e piena di buonsenso da qualche decennio” in quanto -a dire della blogger- le Sentinelle “inaugurano una nuova moda: mascherarsi da pacifisti perbene e tolleranti per negare i diritti basilari degli omosessuali. Per seminare idee omofobe e razziste col vestitino della cresima e il libricino delle preghiere in mano.”

Immancabile -quando si parla di santoni dei giorni nostri -è Roberto Saviano che accusa le Sentinelle in Piedi di “forte violenza culturale” in quanto “nel momento in cui i fronti di guerra aumentano e l’immigrazione viene associata a malattia, queste persone vegliano contro un disegno di legge che difende il diritto ad amare una persona dello stesso sesso. Spendono il proprio impegno per fermare il diritto a sognare di avere una famiglia con dei figli nonostante la propria omosessualità.”

Il Giornale invece dà spazio al buonsenso che viene espresso nella rubrica “Cucù” curata da Marcello Veneziani:

“Da una parte c’erano i cannibali, gli incivili, gli antidemocratici, gli omofobi che manifestavano in cento città d’Italia il loro composto dissenso, inermi, inerti, silenziosi, in piedi, con un libro in mano.
Dall’altra c’erano gli umanitari, i libertari, i civili, i democratici, gli omolatri, gli antifascisti, che li aggredivano, lanciavano uova e preservativi pieni d’acqua (uno al Vomero ha colpito un bambino nel passeggino), li insultavano, urlavano e bestemmiavano e li costringevano ad andarsene.

È successo a Napoli, a Rovereto, a Torino, a Pisa, a Bologna, ad Aosta... I primi si chiamano Sentinelle in piedi , si riconoscono in movimenti come Manif pour tous e Pro-Vita, contestano il reato d’omofobia perché persegue un reato d’opinione. I media non ne parlano, la Chiesa finge di ignorarli anche se loro difendono, in modo civile, la famiglia e la vita. Sono considerati come dei mostri, con manie sadomaso come la difesa della famiglia, ma la pensano come l’hanno pensata finora gli uomini civili di ogni Paese del mondo, che così sono vissuti per millenni. Per loro la famiglia è un bene e va difesa, l’amore tra un uomo e una donna resta il fondamento di ogni futuro e di ogni società, la maternità è un dono, la nascita è un bene, la vita va tutelata.

Principi non offensivi né aggressivi ma d’amore e protezione. E sostenuti senza arroganza ma con educazione, parola cancellata nel gergo corrente e pratica dimenticata nei comportamenti degli Evoluti. Ma che volete, il reato di famigliafobia non è previsto...”

Redazione

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.