10/07/2017

Sesso e volgarità per indagare sui giovani, nelle scuole

Siamo rimasti davvero interdetti nel leggere su Avvenire che il MIUR, di concerto col Ministero della Salute, ha predisposto un questionario sul sesso da somministrare a scuola agli studenti adolescenti che solleva interrogativi davvero inquietanti.

Anche se parlare di sesso agli adolescenti è utile e necessario per gli educatori, noi siamo fermamente convinti che certi temi “sensibili” siano di pertinenza di educatori che conoscono bene a fondo i discenti, la loro storia e il loro percorso individuale, la loro sensibilità... insomma, i primi educatori sono e restano i genitori. Possono sbagliare? Certo. Ma è molto più accettabile un errore da parte dei familiari che da parte di insegnanti che – secondo le intenzioni del MIUR – devono presenziare, spiegare, ma non interferire con i ragazzi che compilano il test. Si chiede giustamente Moia, su Avvenire se può essere asettica e ‘notarile’ l’assistenza di un educatore adulto quando ai ragazzi viene chiesto di svelare momenti tanto intimi della propria vita di relazione? Quando si chiede, in classe, a ragazzi adolescenti, di segnare con una crocetta se «hai mai avuto rapporti sessuali?». «Sì, completi (rapporto con penetrazione)». «Sì, incompleti (accarezzarsi, toccarsi, baciarsi)»...?

Lo Stato di nuovo prevarica la formazione intermedia, la famiglia, su cui si fonda e che dovrebbe invece tutelare e rispettare, secondo la Costituzione e secondo il principio di sussidiarietà. «Trattandosi di minorenni, dovrà essere chiesto il parere ai genitori. Ma, è stato spiegato, mamma e papà potranno solo esprimere un dissenso successivo alla compilazione delle domande, non preventivo. E si tratta di un’altra incongruenza. Difficilmente la scuola potrà essere efficace laddove ai genitori viene tolta la possibilità di essere i primi educatori dei loro figli, soprattutto in un ambito decisivo per la formazione integrale della persona» cioè – per esempio – quando si parla di sesso.

Pare che il Ministero della Salute e quello dell’Istruzione abbiano pensato la cosa nell’ambito di uno ‘Studio nazionale sulla fertilità’. Per fare tale studio, quindi serve raccogliere con un questionario sul sesso determinate informazione tra ragazzi adolescenti?

Con un questionario che mette sullo stesso piano il rischio di malattie infettive e la gravidanza? Che usa un linguaggio di inaccettabile volgarità, inserisce nell’elenco di contraccettivi anche la ‘pillola del giorno dopo‘ ?

Con un questionario in cui il sesso è inteso in un’ottica meccanicistica e funzionale, senza alcuna preoccupazione educativa e affettiva. Anzi, secondo Moia, «i compilatori hanno scelto di abbassare l’asticella di quello che una volta si sarebbe chiamato il senso del pudore......... con cattivo gusto che finisce con lo svilire la bellezza e il mistero» connesso con il sesso e l’attività sessuale.

Questa sorta di voyerismo di Stato, che entra nella sfera intima dei cittadini – per quanto in forma anonima – è di per sé inaccettabile. Che poi pretenda certe risposte da ragazzini adolescenti che sono sicuramente in una fase critica e vulnerabile  del loro sviluppo, violando davvero il loro senso del pudore, è ancora peggio.

Redazione


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