27/07/2014

Svolta di Renzi? Le unioni civili ed il matrimonio gay ? Ne parliamo dopo

I vari Scalfarotto e Cirinnà sembrano messi sotto naftalina: quella che avrebbe dovuto essere un’estate calda sul fronte dei diritti LGBT, si sta rilevando molto più fresca.

Matrimonio gay e reato di omofobia non sembrano al momento i primi punti all’ordine del giorno anche se Matteo Renzi sostiene che di questi temi se ne dovrà trattare dopo aver portato a casa le riforme istituzionali.

Staremo all’erta!

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In un’intervista al quotidiano Avvenire oggi Matteo Renzi annuncia lo stop al ddl Cirinnà. Il Comitato di controllo dell’attività delle assemblee elettive (CCAAE) dei circoli VLM aveva segnalato negli scorsi giorni come il testo di legge non solo fosse sbagliato e ingiusto, perché istituiva di fatto il matrimonio gay, ma anche giuridicamente scritto con i piedi, con errori grossolani e marchiani che abbiamo evidenziato con la matita blu. Ebbene, oggi Renzi dice che il ddl Cirinnà “sarà superato”. Non solo. Dice che di unioni civili si discuterà “una volta che il Parlamento avrà terminato di votare le riforme costituzionali”. Insomma, finisce tutto in cantina insieme al ddl Scalfarotto, anch’esso promesso per l’estate e poi accantonato. Mi piacerebbe che anche la stampa, terrorizzata dal non apparire gay friendly, se ne accorgesse. Ieri c’era un’intervista a Ivan Scalfarotto in cui Maria Corbi de la Stampa non è riuscita a fargli la domanda: “La sua legge che lei diceva sarebbe stata approvata entro l’estate è stata messa in naftalina. Come mai?”.

La battaglia è vinta e sembrava davvero difficile. La guerra no. Renzi torna a parlare di “modello tedesco” e noi proveremo a spiegargli che non va bene. Ma almeno abbiamo conquistato spazio politico e tempo. Il club LGBT che sognava un autunno con fiori d’arancio e bavaglio alla bocca di noi “omofobi” dovrà rassegnarsi: il loro progetto liberticida non passa. E noi di VLM che abbiamo spiegato con ostinazione che il centrosinistra non era obbligato a farsi dettare l’agenda dall’Arcigay, che era un errore seguirla, abbiamo ricevuto ascolto. E abbiamo forse dato coraggio a tanti. Si è chiuso il tempo in cui il Pd alla Camera votava unanimemente sì al ddl Scalfarotto. Oggi il Pd elegge Patrizia Toia, cattolica e dunque automaticamente per gli LGBT “omofoba”, capodelegazione dei suoi eurodeputati a Bruxelles. Oggi il Pd ha deputati che bloccano leggi cretinette e ideologiche come quella Marzano sul doppio cognome. Oggi il Pd ha tanti consiglieri comunali, cito tra tutti Raffaella Santi Casali a Bologna, che coraggiosamente si schierano contro i sindaci che inventano la pagliacciata della trascrizione dei matrimoni gay celebrati all’estero. Voglio dirlo anche al PD del primo municipio di Roma, che è il territorio dove vivo, dove è stato appena istituito un fantomatico registro delle unioni civili. Lo ha detto meglio di me un fine intellettuale democratico come Pio Cerocchi e lo ha ribadito un ex presidente democratico del primo municipio amato dai cittadini come Giuseppe Lobefaro insieme all’ex senatore democratico Lucio D’Ubaldo: evitate di cadere nel ridicolo. Non vi siete accorti che le priorità sono davvero altre? 

Teniamo alta la guardia. Ma sapendo che tutto quello che stiamo facendo con ostinazione, sta portando i suoi frutti. Non è un esercizio inutile.

Mario Adinolfi

Fonte

 

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