29/10/2015

Teoria gender: la Regione Marche è a favore?

La Regione Marche approva la teoria gender? Implicitamente sì.

Come leggiamo su Cronache maceratesi, lo scorso 27 ottobre, al Consiglio regionale, si è discusso della mozione presentata il 30 settembre dalla consigliera di Fratelli d’Italia Elena Leonardi e avente ad oggetto “presa di posizione della Regione di fronte all’introduzione dell’ideologia gender nelle scuole e Delibera di Giunta Regionale n. 78 del 16.02.2015“. L’aula ha però respinto il testo: 15 contrari e tre astenuti contro 9 a favore.

Durante la discussione, la Leonardi ha invitato a superare gli steccati ideologici, ma evidentemente la maggioranza non è stata d’accordo.

La consigliera di FdI ha ricordato le ammissioni fatte dalla stessa senatrice Fedeli, del Pd, quando, recentemente, ospite di un convegno a Potenza Picena, ha riconosciuto l’assenza di linee guida trasparenti “per evitare alcune sperimentazioni che sono state fatte al di fuori dei canoni”, sperimentazioni che, nelle Marche, il Pd ha fatto finta di non vedere.

Elena Leonardi ha accolto il campanello d’allarme lanciato dai Forum e dalle Associazioni delle Famiglie e dei Genitori sulla introduzione del concetto di gender nelle prime fasi di insegnamento scolastico. Nella mozione, chiedeva di prendere una posizione netta, per quanto di competenza della Regione, affinché nelle scuole marchigiane non venga introdotta la cosiddetta “ideologia Gender“. L’esponente di FdI chiedeva anche di far rispettare il ruolo prioritario della famiglia nell’educazione all’affettività e a far sì che siano coinvolte le famiglie sui progetti scolastici nei quali si parla di affettività e sessualità.

Durante il dibattito la Leonardi ha evidenziato la presenza di una Delibera di Giunta Regionale, mai revocata, nella quale si approva un progetto per la formazione di dirigenti e personale scolastico marchigiano sul tema della “implementazione della Strategia Nazionale LGBT (Lesbiche, gay, bisessuali e transgender)”. teoria gender a scuola

La discussione è avvenuta mentre a Tolentino (provincia di Macerata) la Lega Nord segnalava che in una classe terza della scuola primaria è stato adottato un libro di testo con riferimenti alla teoria gender.

In una nota diffusa alla stampa, la dirigenza leghista locale ha scritto: «Come Lega Nord Tolentino, ma soprattutto come genitori, riteniamo doveroso chiedere gli opportuni chiarimenti alla dirigenza scolastica e al corpo docente dell’istituto comprensivo Don Bosco, in merito ad alcune segnalazioni che ci sono arrivate da parte di genitori di bambini e bambine che frequentano la classe terza della scuola primaria. Ci è stato fatto notare, infatti, come in alcune pagine dei libri di testo, di cui alleghiamo copia, siano presenti elementi espliciti inerenti la cosiddetta “Teoria del Gender”. A questo proposito siamo palesemente preoccupati per la possibilità di inserimento all’interno dei Piani dell’Offerta  Formativa di questa “teoria” che troverebbe attuazione in pratiche ed insegnamenti non riconducibili ai programmi previsti dagli attuali ordinamenti scolastici. Soprattutto fra i genitori, si è riscontrata una forte preoccupazione derivante anche dalla risonanza mediatica di informazioni non sempre corrette. Riteniamo, pertanto, indispensabile da parte della dirigenza scolastica, fornire tutti i chiarimenti del caso in merito all’utilizzo del libro di testo adottato nelle classi terze della scuola primaria. Ricordiamo che l’articolo 30 della Costituzione della Repubblica Italiana recita “E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio”.  Inoltre, la nota del 6 luglio scorso del Ministero dell’Istruzione ribadisce che “le famiglie hanno il diritto, ma anche il dovere, di conoscere prima dell’iscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del Piano dell’Offerta Formativa”. Restiamo in attesa di chiarimenti, doverosi non certo verso la Lega Nord quanto verso i genitori dei bambini che frequentano la scuola».

Insomma, il gender a scuola non esiste, però si vede. E alla rossa Regione Marche va bene così.

Redazione 

 

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