05/04/2019

Tornano mamma e papà sulla carta d’identità

Lo avevamo preannunciato già a fine ottobre, parlando della decisione con cui il Ministero dell’Interno annunciava ufficialmente l’eliminazione della dicitura generica “genitori” sostituita da “madre” e “padre”, sulla carta d’identità, come tentativo concreto di porre un argine ben visibile alla deriva antropologica che oggi sta portando alla destrutturazione dei ruoli più basilari sui quali si poggia la nostra società.

Tutto ciò si è appena realizzato: sulla Gazzetta Ufficiale di mercoledì 3 aprile è stato pubblicato il decreto, firmato dal ministro dell’Interno, da quello della Pubblica Amministrazione e da quello dell’Economia, datato  31 gennaio 2019, che modifica il testo del decreto del 23 dicembre 2015, con il quale si introduceva invece la dicitura “genitori” e che riporta ora, invece, i termini “padre” e “madre” sulla carta d’identità dei minorenni. Un modo di fare chiarezza anche a livello burocratico, dunque, per sottolineare, cioè, l’inesistenza di realtà create a tavolino o meglio, in laboratorio, come i “figli di due padri” e i “figli di due madri”: realtà non previste né dalla natura, né dalla legge, ma rese oggi possibili dalle anagrafi dei Comuni. Proprio a queste “spinte creative” che rischiano di caratterizzare il mondo forense, è rivolto questo decreto in quanto, con queste decisioni arbitrarie, in diversi comuni italiani, si sta finendo per riconoscere bambini nati dalla fecondazione eterologa o tramite il ricorso all’utero in affitto, come figli a tutti gli effetti di entrambi i partner dello stesso sesso, finendo per approvare e rendere concretamente possibile il ricorso a certe pratiche abominevoli.

Dunque una modifica, quella approvata, non da poco e che mira a ripristinare realtà naturali e oggettive, non filtrate da sovrastrutture ideologiche e che, non a caso, era stata bocciata, lo scorso ottobre, al momento del suo annuncio, sia dal garante della Privacy che dall’Anci e dal M5S, ricevendo, al contrario il plauso del Ministro della famiglia, Lorenzo Fontana, che tramite un tweet aveva esultato: «Bravo Matteo, sulle cose giuste si va avanti!».

Manuela Antonacci

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