07/12/2018

Tribunale dei Minori di Roma: Tobia è “figlio” di Vendola e del compagno Ed

«Questa immagine, rappresenta un fotogramma indelebile. Con i miei avvocati Cathy Latorre e Michele Giarratano al Tribunale dei Minori di Roma dopo la sentenza di adozione di nostro figlio Tobia Testa Vendola. La gioia di essere padre anche per il diritto non mi fa dimenticare che bisogna ancora lottare per diritti pieni delle nostre famiglie. Con questo impegno io Ed e Tobia, ringraziamo tutti e tutte per l’enorme affetto di cui ci sommergete in queste ore». Con queste parole, Nichi Vendola, annuncia su Twitter e Facebook, tramite una foto che lo ritrae con i suoi legali, l’accoglimento dell’istanza di  stepchild adoption, presentata dallo stesso politico pugliese nei confronti del figlio biologico del compagno Ed, presso il Tribunale dei Minori di Roma. Da oggi, il figlio Tobia ha anche il cognome dell’ex governatore della Puglia e risulta figlio di due padri.

Tre anni fa Vendola ebbe Tobia tramite il ricorso alla pratica dell’utero in affitto in California e con un ovulo fecondato da Ed Testa eppure, secondo il diritto italiano, il bambino risulta adesso figlio di entrambi i padri. Inoltre, il noto politico pugliese ha dichiarato, con una certa naturalezza, di essere disposto a rivelare, quando lo riterrà opportuno, al piccolo Tobia, la verità sulle sue origini e immaginiamo che non dovrà essere affatto semplice, considerando che Vendola sottovaluta tutto questo, dicendosi pure convinto che l’utero in affitto non sia una pratica barbara e disumana e che non privi il bambino del rapporto unico e irrinunciabile con la propria madre, in quanto, come ha affermato più volte, nel suo caso, lui avrebbe mantenuto i rapporti sia con la donatrice dell’ovulo sia con la donna che ha portato in grembo il piccolo Tobia il quale le avrebbe conosciute entrambe.

Ma basterebbero i fugaci rapporti intrattenuti online con le due donne a riempire un vuoto che inevitabilmente finisce per crearsi nella mente e nel cuore di un bambino vissuto senza aver mai fatto esperienza di quella forma di affetto e di accudimento che solo una madre può dare? Inoltre, con le sue parole, Vendola, mostra di prendere gravemente sotto gamba l’impatto che un giorno la verità sulle sue origini potrà avere sulla mente e l’emotività del bambino. Non parliamo poi del vero e proprio aggiramento della legge italiana che ancora una volta, come sta avvenendo troppo spesso ultimamente, permette di fatto di superare il divieto della stepchild adoption non prevista dal nostro ordinamento giuridico.

Insomma, come ha dichiarato in una recente intervista il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, a proposito di queste “sentenze creative” e della battaglia antropologica in corso per difendere l’ovvio, «il paradosso italiano è rappresentato dal fatto che le battaglie si debbano fare per affermare ciò che dovrebbe essere scontato. Una cosa assurda. Anche soltanto difendere l’ordine naturale delle cose diventa una battaglia eretica, nell’epoca in cui stiamo vivendo. Questo fornisce il metro di giudizio più efficace per evidenziare la pericolosa deriva culturale in cui siamo precipitati».

Manuela Antonacci

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