13/03/2017

Umbria: una legge anti-omofobia, pro Gaystapo

In Umbria la Gaystapo sta per ottenere l’approvazione di una legge regionale che, con la solita scusa dell’omofobia e delle discriminazioni di genere, sperpera denari pubblici per associazioni gay e impone la diffusione del pensiero unico omosessualista: non solo nelle scuole. Esso diviene anche condizione per essere assunti nei posti di lavoro.

Ne abbiamo parlato con l’avvocato Simone Pillon, membro del Comitato Difendiamo i Nostri Figli.

– La regione Umbria domani discuterà la legge sull’omofobia : quali sono le principali criticità della norma?

Simone Pillon_omofobia_Umbria
L’avvocato Simone Pillon

– La prima criticità è la definizione di identità di genere e di orientamento sessuale. Non ha nessun supporto scientifico e si presta a qualsiasi interpretazione. Chiunque potrebbe farvi riferimento. Essere ciò che uno si sente di essere apre ai 58 o 70 o infiniti generi senza alcun riferimento col reale. Gli psichiatri americani hanno recentemente affermato che se una persona afferma di essere ciò che non è ha quantomeno dei problemi. Fomentare o peggio legalizzare tali distonie percettive è semplicemente pericoloso.

– La legge in discussione prevede finanziamenti per attività “culturali”?

– La seconda criticità è l’impegno della regione a promuovere eventi culturali gay con l’evidente rischio di finire come nella vicenda UNAR a finanziare dark room et similia. Si è visto nel caso ANDDOS che spesso queste realtà hanno una doppia finalità : un volto presentabile da esibire alle istituzioni per drenare risorse e un volto molto meno presentabile per gestire sesso gay di tutti i tipi. Credo che dopo le recenti inchieste giornalistiche andrebbe fatta una pausa di riflessione prima di approvare leggi come questa.

È previsto anche indottrinamento gender nelle scuole?

– Ovviamente sì. La terza criticità è l’accesso di queste associazioni al mondo della scuola senza nessuna verifica preventiva in ordine alla attendibilità dei contenuti e al rischio di propaganda omosessualista. Non si prevede se tali interventi debbano essere in orario scolastico o no. È prevista tale attività a partire dalle scuole medie quindi con studenti di 11 anni. I genitori umbri sanno che i loro bambini saranno esposti a contenuti sessuali gender magari col patrocinio della regione?

Le associazioni “genderiste” potranno condizionare anche le aziende private?

-Purtroppo sì. La quarta criticità riguarda il potere delle associazioni gay di condizionare -quali parti interessate – le politiche di assunzione e di gestione del personale di ogni azienda dell’umbria. Ciò farebbe venir meno il principio di uguaglianza. Le persone con orientamento omo o bisessuale o transgender diventerebbero supercittadini con molti più diritti di un padre di famiglia. Uguaglianza non può significare prevaricazione....

– Anche le pubbliche amministrazioni dovranno adeguarsi?

– Sì, assolutamente sì. La quinta criticità riguarda il massiccio ingresso del gender mainstreaming nelle amministrazioni regionali e comunali tanto da condizionarne decisioni e attività. Dovranno esser previsti corsi di formazione per il personale e ogni attività dovrà essere conforme al gender-pensiero.

– Chi controllerà il rispetto di questa legge “omolatrica”?

– Ovviamente è stato previsto un supremo tribunale speciale... una sorta di inquisizione che vigili sul pieno rispetto del gender pensiero. Si tratta del c.d. “osservatorio regionale” costituito con schiacciante maggioranza gay (6 membri su 10) e che sarà capace di sanzionare aziende, scuole, uffici e persone che non si adeguino al gender pensiero. La morte della libertà di educazione, di impresa e anche di pensiero.

– Sono previsti stanziamenti di denaro pubblico?

– Sì. Sono previsti 50 mila euro per il primo anno e un meccanismo automatico di finanziamento per gli anni a venire. La legge regionale sulla famiglia fu finanziata solo per un anno. La legge gay friendly avrà ogni anno le sue risorse. La regione Umbria ha soldi da spendere? Li dia alle famiglie terremotate di Norcia che attendono al freddo che qualcuno si occupi di loro. Li dia alle famiglie numerose oppure a quelle con disabili o disoccupati o sostenga la natalità o le imprese. E non sperperi denaro per le associazioni gay che son già piene di soldi per conto loro.

-I cattolici possono condividere una legge di questo tipo?

-I cattolici sono per la piena dignità di ogni persona umana ma qui si tenta di far leva sul timore di ingiuste discriminazioni per imporre una ideologia omosessualista e genderista. Questo è puro gender e il papa sul tema ha parlato chiarissimo. Colonizzazione culturale e ideologia antiumana. I cattolici non possono accettare tutto questo.

Chi volesse leggere il testo della proposta di legge può cliccare qui.

Redazione

Aggiornamento del 15/3/17

Ieri, il Consiglio Regionale  ha rinviato la legge in Commissione perché mancava la copertura finanziaria, suscitando le ire della lobby LGBTQIA(...). La discussione sarà affrontata tra una settimana.

Redazione 



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