19/10/2017

Un “canguro” per le DAT? Sciogliamo il Parlamento, allora!

In Terris, tra gli altri, ci informa che «La presidente della Commissione Sanità del Senato, Emilia De Biasi (Pd), ha inviato al presidente Pietro Grasso una lettera per chiedere la possibilità di ricorrere a questo meccanismo [al “canguro”] al fine di sbloccare lo stallo in cui si trova il testo sul Biotestamento». Il Parlamento non approva? Aggiriamo il Parlamento!

Continua In Terris: «“Ho chiesto – ha spiegato all’Ansa la De Biasi – di ritirare i tremila emendamenti al ddl sul Biotestamento attualmente presenti, perché ci troviamo in presenza di un atteggiamento ostruzionistico“. Ap, ha sottolineato la presidente della commissione Sanità, “ha ritirato i propri duecento emendamenti ma la Lega non ha voluto ritirare i propri 1.500. A fronte di tale situazione, ieri abbiamo dato avvio alla votazione degli emendamenti e il M5S ha proposto di continuare la votazione adottando il meccanismo del ‘canguro’”.

Dinanzi a tale richiesta, ha quindi precisato De Biasi, “ho dovuto informare il presidente del Senato Pietro Grasso, inviandogli una lettera in merito. Al momento attendiamo dunque che il presidente risponda e chiarisca se la commissione può adottare il meccanismo del ‘canguro’ per la votazione degli emendamenti”».

Quando in occasione delle unioni civili il maxi-canguro  fu bloccato, Renzi – in modo molto opinabile – pose la questione di fiducia. Ma per lo meno ci mise la faccia.

«La De Biasi ha spiegato inoltre che se non ci saranno novità, il provvedimento andrà in Aula “senza relatore”. Ad ogni modo, ha chiarito, “la prossima settimana sarà quella veramente cruciale per capire le sorti del ddl; infatti, dopo ci sarà la votazione della Legge elettorale, successivamente le elezioni in Sicilia e quindi la votazione della legge di Bilancio. È quindi chiaro – ha concluso – che la settimana prossima bisognerà definitivamente decidere in merito alle sorti del ddl sul Biotestamento“».

Questi stratagemmi che servono ad aggirare il Parlamento in quanto istituzione democratica che rappresenta il popolo (e bene o male è l’unica voce diretta, in seno alle istituzioni, del popolo italiano) sono un utile strumento per annichilire le opposizioni, come ogni totalitarismo prevede.

Allora, consentiteci una provocazione: visti “i costi della politica”, e in specie i costi del Parlamento (stipendi, palazzi, impiegati, vigilanza e tutto l’indotto), visto che chiacchierano molto ma servono a poco (decide tutto il Governo secondo i dettami della Merkel e delle lobby finanziarie internazionali), perché non aboliamo il Parlamento?

Qualcuno vuol calcolare quanto si risparmierebbe? Potrebbe essere sostituito ... che so ... da una specie di “Gran Consiglio”.

... Magari il M5S vorrà chiamarlo in un altro modo, che se no ricorda troppo il Gran Consiglio del Fascismo...

Redazione


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