19/07/2019

UNAR, 350mila euro per archivio storico lgbt. Sarà propaganda...

Il movimento lgbt intende creare una propria memoria storica. A dargli man forte è l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR), che ha appena annunciato un bando per un progetto di raccolta, digitalizzazione e creazione di un archivio informatico sulla storia dell’attivismo arcobaleno.

L’occasione è fornita dal cinquantennale dei “moti di Stonewall”, celebrato con notevole enfasi durante i recenti Pride nelle principali città italiane. L’episodio rievocato è il celebre scontro tra la polizia e la comunità gay newyorkese avvenuto il 27 giugno 1969, presso lo Stonewall Inn, locale notturno di Manhattan, noto per la sua assidua presenza di omosessuali e transessuali. A ragione di questo episodio, il 28 giugno è diventato la data di celebrazione della Giornata Mondiale dell’Orgoglio LGBT, più noto come Gay Pride.

Il bando è rivolto ad «Enti ed Associazioni, in forma singola o attraverso associazioni temporanee di scopo, anche non riconosciute, che svolgono attività inerenti la promozione dei diritti e le tutela delle persone lgbt, per la presentazione di azioni progettuali di mappatura, riordino, catalogazione, digitalizzazione e archiviazione del patrimonio esistente sulla tematica lgbt».

Il totale delle risorse stanziate per il bando e di 350.000 euro, mentre per ogni singola azione progettuale sono previsti fino a 70mila euro. «Le citate risorse saranno erogate ai soggetti che presenteranno le migliori azioni progettuali sulla base di una graduatoria redatta da un’apposita Commissione di Valutazione che sarà successivamente nominata».

Secondo l’Unar, «il patrimonio storico culturale prodotto dalle singole persone, dalle associazioni e dai gruppi lgbt in Italia, è una risorsa non sufficientemente salvaguardata e valorizzata». L’ente mira quindi alla «conservazione di fonti necessarie per la ricostruzione della storia non soltanto del movimento lgbt in Italia ma anche di una parte della storia del costume e della società. Tale patrimonio – si legge nel bando – è a rischio di dispersione o comunque scarsamente fruibile, in quanto non in rete, pertanto non disponibile per la ricerca».

«Si tratta di un patrimonio culturale molto importante che deve essere messo a disposizione di tutti, in particolare delle giovani generazioni, per diffondere e far crescere la cultura dei diritti», si legge sul sito dell’UNAR.

«Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato», scriveva Orwell. Il movimento arcobaleno, non accontentandosi di conquistare le prime pagine dei giornali, vuole passare alla storia. La storicizzazione delle istanze lgbt è un tentativo di rafforzare ulteriormente la credibilità del movimento stesso. Non va dimenticato che tutti i regimi totalitari e tutte le ideologie estremiste (comunismo in primis) hanno sempre fatto leva sugli studi storici – in molto casi con vistose manipolazioni – per affermare i propri contenuti dottrinali.

È oltremodo significativo, infine, che l’UNAR spenda ben 350.000 euro di soldi dei contribuenti, per un progetto rivolto esclusivamente – come il bando rivela in modo esplicito – ad associazioni che svolgano «attività inerenti la promozione dei diritti e le tutela delle persone lgbt», quindi a soggetti più che mai di parte. La linea che separa storia e propaganda è molto sottile. Di per sé non ci sarebbe nulla di sbagliato nel compiere una documentazione storica sui movimenti lgbt: in considerazione del tema divisivo e controverso, sarebbe stato ben più pertinente farlo, “ascoltando tutte le campane”. E noi vigileremo su quanto raccolto, questo è sicuro.

Luca Marcolivio

Fonte: unar.it

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