12/05/2016

Unioni civili approvate: in Italia inizia la dittatura LGBT

Le unioni civili, ovvero gli pseudo-matrimoni gay, sono state definitivamente approvate dal Parlamento.

Con il voto alla Camera di ieri, l’Italia, ultimo baluardo del buon senso nell’Europa cosiddetta moderna e progredita, ha ceduto davanti alla totalitaria lobby gay.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che non ha lasciato spazio ad alcun dibattito imponendo con forza ed arroganza il voto di fiducia, ha scritto che quella di ieri è stata una giornata di festa.

Il mondo LGBT in effetti esulta in piazza e ringrazia il governo.

Hanno vinto. Sì, hanno vinto. E dunque fanno bene a festeggiare.

Hanno vinto perché il Partito Democratico governa dittatorialmente il Paese, usando ed abusando del suo potere per fare dell’Italia tutto ciò che vuole.

Hanno vinto perché molti politici sedicenti cattolici, quelli centristi e di Ncd in particolare, salvo lodevoli eccezioni come gli onorevoli Binetti e Pagano, hanno tradito quella che sostenevano essere la loro identità. Per questo Alfano è molto peggio di Renzi. La sinistra fa il suo sporco lavoro. Ma Alfano, Lupi e compagni di merende hanno platealmente preferito il seggio parlamentare ai valori. E, come se ciò non bastasse, hanno la faccia tosta di decantare il loro successo, perché la legge approvata non introdurrebbe il “matrimonio” gay e non prevede la stepchild adoption. Eppure sanno bene (loro e gli italiani) che così non è e che le adozioni arriveranno presto. Ormai non ci sono più parole per esprimere il ribrezzo che proviamo di fronte a questi loschi figuri, che – ne stiano certi – saranno spazzati via e comunque, visto che si dichiarano credenti, prima o poi dovranno certamente vedersela con l’Onnipotente.

Renzi_unioni civili_omogenitorialità
Ride bene chi ride ultimo...

Gli LGBT hanno vinto anche perché l’opposizione in Parlamento, se escludiamo buone prese di posizione soprattutto di singoli (tra questi Lucio Malan, Carlo Giovanardi, Eugenia Roccella, Massimiliano Fedriga ed altri), non si è ben organizzata ed è stata in fondo poco convinta della battaglia da fare. Se tutti i discorsi dei presunti difensori della famiglia iniziano col precisare che comunque ci vogliono i diritti (quali?) e che il rapporto omosessuale tutto sommato è bello, allora non è difficile capire perché Renzi ha imposto la sua linea.

Ma l’omosessualismo ha vinto soprattutto perché chi doveva parlare non l’ha fatto. Sarebbero bastate due paroline, un invito alla mobilitazione, e probabilmente il “ducetto” di Firenze avrebbe preso paura. Poi per carità, magari avremmo perso lo stesso, ma almeno con onore, sapendo di aver compiuto il nostro dovere e tutto quanto era nelle nostre possibilità. E invece no. Chi doveva parlare ha fatto il vago, ha preferito non immischiarsi e addirittura ha ostacolato i valorosi del Family day, trattandoli con assoluta freddezza. I fatti stanno lì a dimostrarlo.

Eppure qui c’è in gioco il nostro futuro. C’è in gioco l’essenza stessa della nostra civiltà umana.

L’11 maggio 2016 non lo ricorderemo come un giorno di festa, ma come un giorno di lutto e di catastrofe, così come è avvenuto per il divorzio e l’aborto. Hanno vinto. Sì, hanno vinto. Questa è l’ora delle tenebre. Prepariamoci alla persecuzione. Se c’è stata finora, figuriamoci cosa accadrà tra qualche tempo... Dobbiamo attrezzarci per resistere e contrattaccare.

Il popolo del Family day infatti non si arrende e non batte in ritirata. Sarebbe un errore gravissimo. Questo è il momento di guardare in faccia la realtà e di reagire. È il momento di fissare bene nella memoria i volti e i nomi di quanti hanno lavorato per distruggere l’Italia. È umano scoraggiarsi e persino pensare che forse loro hanno ragione. Ma è una tentazione da respingere. Guardate chi sono e cosa vogliono farci. Con questi ceffi nessuna mediazione e nessun dialogo è possibile. È molto chiaro chi ha ragione e chi ha torto, quali idee sono buone e quali cattive. E sappiamo pure che con il male non si può scendere a patti. O loro o noi: tertium non datur. Qui si lotta per la sopravvivenza: non c’è spazio per la pusillanimità.

Rimbocchiamoci le maniche e cerchiamo, tutti uniti, ogni strategia ed ogni mezzo per opporci a questa legge aberrante. Obiezione di coscienza, referendum, disobbedienza civile, convegni, articoli, libri, voto responsabile nelle consultazioni elettorali: ogni strada deve essere battuta.

Hanno infatti vinto una battaglia, seppur importante, ma non la guerra.

Noi siamo dunque chiamati alla Resistenza, come i membri dell’Amicizia Cristiana, fondata dal venerabile Pio Brunone Lanteri. E allora, coraggio, andiamo a combattere!

Federico Catani


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