16/05/2016

Unioni civili: la resistenza dei sindaci lombardi della Lega

La resistenza alle unioni civili inizia a farsi sentire con sempre maggior forza.

Oltre al sindaco di Padova Massimo Bitonci, infatti, numerosi altri sindaci hanno annunciato  e stanno annunciando che non intendono celebrare le unioni civili nei loro Comuni.

Si conferma così quanto sostenuto da ProVita alcuni mesi fa, ovvero che diversi primi cittadini avrebbero compiuto atti di disobbedienza civile nel caso in cui non fosse stato inserito il diritto all’obiezione di coscienza nel ddl Cirinnà. Noi abbiamo lottato per questo. Purtroppo, non siamo stati ascoltati. Ed ora non possiamo che approvare, incoraggiare e sostenere quanti decideranno di opporsi.

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Monumento ad Alberto da Giussano a Legnano

Ebbene, i sindaci leghisti della Lombardia hanno detto chiaramente che di fronte alle unioni civili omosessuali obietteranno. Ad annunciarlo è stato il segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi, spiegando che tutti i primi cittadini del Carroccio seguiranno l’esempio del loro collega di Canzo, Fabrizio Turba, il quale ha già dichiarato che non solo si rifiuterà di celebrare nel suo Comune gli pseudo-matrimoni gay, ma che non consentirà di farlo a nessuno dei suoi assessori: per questo è pronto a farsi commissariare dal Prefetto. 

Questo sindaco (e gli altri) merita tutto il nostro plauso. La speranza è che non si tratti solo di belle parole. Quella che auspichiamo è un’autentica e pacifica rivolta contro una legge profondamente dannosa e lesiva della nostra civiltà, del buon senso comune e della ragionevolezza. Il mondo omosessualista, abortista, favorevole alle droghe e chi più ne ha più ne metta non esita a compiere gesti “eclatanti” per difendere le proprie idee. Spesso lo fa persino con violenza. Per quale motivo chi difende vita e famiglia dovrebbe starsene zitto, obbedendo passivamente ad un ordine ingiusto? Perché dovrebbe aver paura o vergogna di manifestare il proprio dissenso in maniera decisa, chiara e, soprattutto, assolutamente pacifica? 

L’iniziativa di Grimoldi ha ricevuto anche il sostegno dell’assessore regionale alla Cultura, Cristina Cappellini, che ha rivolto «un forte plauso a tutti quei sindaci lombardi coraggiosi che, esercitando il proprio diritto all’obiezione di coscienza, si ribelleranno a una legge palesemente incostituzionale come quella sulle unioni civili, che altro non sono che matrimoni gay sotto mentite spoglie».

A tal proposito, ricordiamo che stanno aumentando anche le adesioni al nostro “Patto per la famiglia naturale” in vista delle prossime elezioni amministrative. Non dobbiamo fermarci. Tutto quanto è possibile per ostacolare, frenare e far retrocedere la propaganda della cultura della morte va attuato.

Redazione


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