09/07/2015

Unioni civili (o matrimonio gay): per la CEI niente compromessi

La CEI smentisce l’ipotesi che possa accettare un qualche compromesso sulle unioni civili (o matrimonio gay, che dir si voglia).

Anzi, il segretario generale, Mons.Galantino, chiede al governo maggiori tutele per la famiglia fondata su padre e madre.

Finalmente è arrivata la smentita che attendevamo e che – in fondo – immaginavamo dovesse arrivare.

La questione delle cene tra Monsignor Galantino e la Senatrice Cirinnà, tra l’altro, ha suscitato uno scalpore immeritato. La cosa in sè davvero poco interessa. Ciascuno può andare a cena con chi vuole.

Quel roumor che noi speravamo fosse smentito non era sulla questione conviviale, ovviamente, ma era sul fatto che i Vescovi cattolici potessero trovare conveniente un qualche compromesso in tema di unioni civili.

Zenit riporta la dichiarazione del Presule:

“Non ho mai incontrato in nessuna occasione la senatrice Monica Cirinnà”, ha dichiarato all’ANSA il segretario della Conferenza Episcopale Italiana, aggiungendo che qualunque compromesso o patto tra governo e vescovi è “del tutto infondato”...

Il presule ha colto l’occasione per spronare il governo a fare di più per la famiglia. “Noi ci aspettiamo – ha dichiarato Galantino – che tutto quello che il governo fa, lo faccia nel rispetto della famiglia costituzionale, soprattutto ci interessa che il governo potenzi le politiche familiari della famiglia fondata su un padre e una madre che sembrano attualmente assolutamente latitanti”.

BludentalPossiamo quindi tirare un sospiro di sollievo: se al Senato stanno impapocchiando qualche escamotage per rendere più digeribile il “matrimonio” gay, parlando di unioni civili tout court, aggiungendo emendamenti che le rendono non assimilabili al matrimonio (vero), e altre amenità del genere, anche se questi loschi traffici sono portati avanti da senatori sedicenti cattolici e di area moderata, possiamo pensare che la Chiesa Italiana non è disposta a piegarsi al compromesso.

Il popolo del 20 giugno si sente in parte tradito dall’approvazione della riforma della scuola completa di educazione al gender. Ma la CEI non è il Parlamento: non saranno i Vescovi a offrire il destro per consentire l’approvazione delle unioni civili (o matrimonio gay, che dir si voglia).

Redazione

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