06/10/2014

Violenza sulle Sentinelle in Piedi – Ritratto di un Paese incoerente

Sono veramente fiera di vivere in un Paese coerente fino in fondo. In un Paese in cui, la difesa (pretesa) della libertà di pensiero vale solo quando limitata alla propagazione dell’idea dominante, quella delle lobbies gay e lgbt, stessa libertà di pensiero che sfuma però nella connivenza spregevole all’occasione. Come quando nessuno spreca una sola parola di solidarietà o difesa per quelle migliaia di persone che ieri son state oggetto di violenza inaudita e cieca, per il solo fatto di pensarla diversamente e dire un secco no alla cancellazione dei valori. Un paese in cui i diritti di un militante dei centri sociali che devasta la città per chiedere che le droghe siano legalizzate non valgono affatto quanto quelli di giovani uomini e donne e bambini che hanno popolato centinaia di piazze italiane solo per difendere l’idea della famiglia e per questo aggrediti e insultati impunemente.

Trovo raccapricciante l’esercizio di fantasia, di rilettura arbitraria della realtà delle cose e lo spirito di assoluto relativismo dei concetti di giusto, vero, legittimo, morale, che imperano in questo Paese. Come una erba velenosa e radicante che trova terreno fertile per proliferare nella ignobile omologazione di buona parte della stampa italiana.

Le hanno definite “manifestazioni medioevali di ultracattolici”, “istigazione alla violenza e al razzismo”, “propagazione di omofobia”, “convention di neonazisti e fascisti”. Erano solo manifestanti riuniti a leggere un libro, fianco a fianco, in piedi: perché per la forza delle idee basta anche la dignità del silenzio e della cultura.

 

Integrità di spirito e nobiltà di animo che – purtroppo per quanti pensano basti imbavagliare, per spegnere il fuoco sacro delle Idee – non sono beni negoziabili, ma doni preziosi che rinvigoriscono, ogni volta di più, a ogni tentativo di sradicamento, con ancor più forza e determinazione.

Un mio ultimo, personale pensiero va a tutti quei carissimi amici che, ieri, erano fra le Sentinelle in piedi a Bari e hanno assistito personalmente a quanto ho raccontato. E’ sulle loro gambe, e sulle gambe di tutti quelli che continueranno ad esserci, a non arrendersi, a non piegarsi, a crederci, che continuerà a camminare, oggi e domani, la speranza di cambiare.

Silvia, 24 anni, giornalista

 

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