17/02/2018

Vita e famiglia: il programma di Lovergine nel Lazio

ProVita si offre di amplificare la voce di tutti i candidati alle prossime elezioni politiche, di qualsiasi schieramento che si pongano come difensori dei principi non negoziabili, senza compromessi.

Ma alle prossime elezioni si vota anche per il rinnovo dei Consigli e dei Presidenti regionali. In Lombardia e nel Lazio.

E nel Lazio, con l’amministrazione Zingaretti, la vita, la salute delle donne, e la libertà di coscienza e di educazione sono state calpestate spregiudicatamente.

A questo proposito ci è parso molto interessante il programma elettorale di un medico, una giovane ginecologa, che si candida alla Regione Lazio con la Lega: Silvia Lovergine.

Le abbiamo chiesto cosa pensa del sistema dei consultori, dell’aiuto alle gravidanze difficili e della nostra petizione sul diritto delle donne ad essere informate quando c’è di mezzo la loro salute.

foto Silvia LovergineCi ha spiegato in proposito: «I consultori, istituiti sul territorio come strutture socio assistenziali per le famiglie fin dal lontano 1975, non hanno mai realmente realizzato ciò per cui erano stati costituiti. Ad oggi necessitano di essere rilanciati e affermati  nel loro ruolo sociale di supporto alla genitorialità: anche alla luce della banalizzazione della sessualità, occorrono percorsi formativi di educazione alla fertilità, prevenzione dell’infertilità.

E’ necessaria una vera e propria riqualificazione affinché queste istituzioni tornino a riconoscere e a difendere la vita fin dal suo concepimento,  iniziando con il promuovere una cultura di accoglienza alla vita e di valorizzazione della maternità. Riconoscere il grande valore sociale della maternità significa anche attivare sostegni economici che aiutino la donna ad accudire suo figlio, aiutandola nel percorso lavorativo, nelle gravidanze difficili e a rischio, ponendo le condizioni favorevoli affinché non venga indotta ad abortire, e ove mai ciò non fosse possibile a suggerire la soluzione dell’adozione. In alcune regioni, oltre alla presenza delle solite figure professionali, è stata affiancata la presenza di associazioni di aiuto alla vita, che possono fornire alla donna percorsi alternativi affinché venga fatta una scelta più libera e consapevole.

Con i continui progressi della scienza medico-ginecologica, per le pazienti con gravidanze di “feti terminali”, e cioè  bambini affetti da gravi patologie spesso incompatibili con la vita, è necessario diffondere una cultura dell’accompagnamento e la conoscenza scientifica circa l’esistenza delle possibili terapie fetali, superando così la sempre più diffusa cultura dello “scarto”.

Per quanto riguarda l’ aborto e  in particolare la “pillola del giorno dopo”, è più che mai indispensabile che paziente sia davvero informata, sui rischi che ne possono derivare: ha fatto benissimo ProVita a sollevare la questione»

Un’altra proposta interessante della dottoressa Lovergine è quella di inserire anche il bambino concepito nel nuleo familiare: «Il bambino fin dal concepimento deve essere considerato un membro della famiglia, sottoposta ad un dispendio economico già dalle prime fasi della gravidanza.

Già nella legge regionale 32/01, si erano stabiliti interventi a sostegno della famiglia sulla base del quoziente familiare, dove il figlio concepito viene visto come componente della famiglia

Redazione


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