12/11/2015

Vita prenatale – Nelle Marche sì alla sepoltura dei non nati

La vita inizia dal concepimento e questo è un dato anche scientifico.

Colui o colei che cresce nel grembo materno, pertanto, è un figlio o una figlia a tutti gli effetti e questo una mamma lo sa, lo sente.

Ecco perché, nel tragico caso di un aborto, soprattutto se spontaneo e dunque assolutamente non voluto, è un segno di civiltà poter consentire ai genitori di ricordare il frutto del loro amore con una degna sepoltura.

Quella parte di sé che è il figlio, sangue del proprio sangue e carne della propria carne, non può finire tra i rifiuti ospedalieri.

Apprendiamo dall’ufficio stampa della Comunità Papa Giovanni XXIII che nelle Marche si è registrata un’importante vittoria in merito.

«Una grande soddisfazione – recita un comunicato diffuso ieri – per l’affermato diritto dei genitori di essere informati riguardo alla possibilità di seppellire i resti mortali del loro figlio morto prima di nascere. Lo esprimono Comunità Papa Giovanni XXIII, FederVita Marche e Pastorale della Salute delle Marche. Proprio ieri [10 novembre n.d.r.] infatti è stata approvata all’unanimità la modifica al regolamento di polizia mortuaria da parte del Consiglio della Regione Marche. Una proposta presentata dal consigliere Marconi su proposta delle due associazioni».

L’idea è «nata dal sollecito di una mamma che in seguito all’interruzione spontanea della propria gravidanza alla 20esima settimana di gestazione si era vista negare la richiesta di effettuare il seppellimento. Alla fine vi era riuscita ma solo facendo valere la propria professione di avvocato». Davvero inaccettabile per chiunque non abbia perso un briciolo di umanità: i bambini non nati non sono oggetti o rifiuti! Ma cosa aspettarsi da una società in cui diventa sempre più normale trattare i figli come merce da comprare e vendere attraverso la pratica dell’utero in affitto? Perché stupirsi se, con la fecondazione artificiale, si possono scartare gli embrioni “difettosi” e malati? vita_Bambini non nati_sepoltura_aborto

Il nuovo provvedimento approvato dalla Regione Marche «offre anche la libera possibilità di scrivere sulla lapide i nomi dei genitori e quello che avrebbero voluto dare al figlio/a, cosa oggi spesso negata» conclude il comunicato stampa.

«Finalmente un’importante istituzione come la Regione Marche riconosce che anche quello prenatale è un lutto – hanno dichiarato Comunità Papa Giovanni XXIII e FederVita Marche – e come tale va data la possibilità di poterlo esprimere con quei gesti di pietà che vedono coesi ambiti civili e religiosi».

Se unanimemente si riconosce il bel gesto delle istituzioni, perché ammettere ancora l’aborto?

Redazione

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