18/02/2014

XLOVE, D’Urso, De Filippi, Sanremo e tutti gli altri: il palinsesto tv gay

Come prodursi un figlio in provetta fai da te. Manuale pratico per lesbiche vogliose di mettere al mondo un figlio senza padre.

Questo e tanto altro è andato in onda in prima serata su Italia1, al nuovo programma curato dalle Iene “XLOVE”. Una vera full immersion di 3 ore a sfondo gayfriendly con inviati che si prendono gioco dei partecipanti delle manifestazioni parigine della Manif Pour Tous, raccontano di matrimoni omosessuali e dell’inseminazione artificiale, con tanto di immagini della raccolta del seme, di un cane.

Una settimana, questa, che parte con i lunghissimi servizi televisivi sul fermo (?) di Vladimiro Guadagno –in arte, Luxuria– in Russia perché, contravvenendo alle leggi nazionali, ha voluto mettere in scena il solito trito e ritrito copione di propaganda  gay. Casualmente Guadagno si era recato a Sochi come inviato proprio di XLOVE, anche se ora la sua agenda sarà operata da comparsate nei vari talk show per raccontare la cruenta esperienza russa. L’elenco degli imbonitori che se lo contenderanno è lungo ma forse prima della lista sarà la signora Barbara D’Urso che già ieri si è spesa in auspici nell’evoluzione della cultura russa: “sono certa” ha asserito “che anche la Russia raggiungerà un livello di sviluppo tale da superare l’omofobia.” Che, per non saper né leggere né scrivere, il pensiero potrebbe volare subito al Manzoni ed alla sua celeberrima citazione “non tutto ciò che viene dopo può essere considerato progresso”.

Ma se anche l’accomodante sabato sera della rete ammiraglia Mediaset ti propina un “C’è posta per te” a sfondo gay, con tanto di bacio omo tra i protagonisti della storia raccontata da Maria De Filippi, come ci si può stupire che la premiata ditta Littizzetto/Fazio sfrutti nuovamente il palco del Festival di Sanremo per imporre l’ideologia gender ad un pubblico che, magari, sta ancora aspettando di sentire quelle immortali canzoni d’amore che hanno rappresentato la colonna sonora della propria storia o del matrimonio dei propri genitori. Invece no, ti rifilano un matrimonio gay (a spese della RAI, quindi di tutti noi) e, come sorpresa per il 2014, un cantante straniero ospite –quindi anch’esso a nostre spese- blasfemo nei confronti della figura di Gesù. A riguardo vi invitiamo a leggere e firmare la petizione promossa da CitizenGo.

C’era chi proponeva l’istituzione di un patentino per poter lavorare in tv, iter finalizzato anche alla costruzione della coscienza personale sugli esiti delle proprie azioni e, nel caso specifico, dell’impatto sociale di taluni programmi televisivi. Proporre una cosa analoga ora, considerati i numerosi documenti in cui le associazioni GLBTQI dettano legge ai giornalisti, sarebbe molto rischioso: potrebbe risultare azione degna di censura il sol rappresentare una famiglia normale, tradizionale.

Mala tempora currunt. Ma questo è il nostro tempo. E dobbiamo combattere per ciò che è giusto.

Redazione

 

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