08/10/2018

Eutanasia: no dell’associazione medica mondiale (WMA)

La Canadian Medical Association (CMA) e la sua omologa  olandese (KNMG) hanno tentato di far cambiare posizione all’Associazione medica mondiale (WMA) a proposito di eutanasia e suicidio assistito (ovvero omicidio del consenziente), ma non ci sono riuscite.

A Reykjavik, in Islanda, dove si era riunita nei giorni scorsi il consesso mondiale, hanno dovuto ritirare una mozione pro morte per mancanza di sostegno. Ne parla anche l‘Euthanasia Prevention Coalition.

Il numero di agosto del World Medical Journal della WMA conteneva i rapporti provenienti dalle associazioni mediche di diverse regioni del mondo in cui si è trattato del fine vita: tutti contrari all’eutanasia. I medici brasiliani, per esempio, hanno scritto che se il medico è preposto non solo a curare ma anche a uccidere, sarà la fine dell’etica medica e della fiducia dei pazienti nei confronti dei dottori. Tutte le associazioni mediche dell’Asia-Pacifico (tra cui Australia e Nuova Zelanda, Giappone e Cina) si sono dichiarate  contrarie all’eutanasia, come quella israeliana. Quelle africane hanno specificato unanimemente che si rifiutano di accettare l’eutanasia o il suicidio assistito in qualsiasi forma.

L’Associazione medica tedesca, con la WMA e il Vaticano, ha anche organizzato un simposio in cui  l’eutanasia è stata dichiarata diametralmente opposta ai principi etici della medicina e che qualsiasi legalizzazione si presta ad abusi pericolosissimi.

La Canadian Medical Association ha incassato il colpo, ma poi ha abbandonato la World Medical Association accusando di plagio il presidente, il dottor Eidelman, per aver copiato alcune frasi pronunciate nel discorso inaugurale da quello tenuto da un ex-presidente della CMA, il dottor Simpson, presente a Reykjavík, e da altro materiale on line, senza citare la fonte.

Il Consiglio della WMA e l’Assemblea hanno accettato le scuse del dottor Eidelman (che ha fatto davvero una pessima figura), che – essendo lèttone e non parlando bene l’inglese – ha detto di aver dovuto far affidamento su scritti di altre persone (bastava dirlo!).

Comunque, il dottor Gigi Osler, attuale presidente della CMA, ha dichiarato che i medici del Canada non possono, in tutta coscienza, continuare essere membri di un’organizzazione che si pone come arbitro dell’etica medica, ma  è presieduta da uno che non è riuscito a comportarsi in modo eticamente accettabile.

La reazione dei canadesi mi sembra sproporzionata. E credo che il vero motivo della decisione sia il fatto che la WMA non accetta l’eutanasia. Uno dei delegati della CMA, il dottor Jeff Blackmer, ha pubblicato un tweet ironico sul fatto che uno che ha commesso un plagio lo aveva apertamente criticato perché per un medico sostenere l’eutanasia è immorale.

Senza dubbio il dibattito sull’eutanasia continuerà a dividere i professionisti del settore.

Michael Cook

P.s. della Redazione: Il Direttore di BioEdge si è espresso in modo signorile (la traduzione della sua e mail è nostra e non è stata rivista dall’Autore). Qualcuno un po’ più greve potrebbe dire: «Ce so’ andati in puzza».

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