05/05/2017

In memoriam di David Reimer, morto il 5 maggio 2004

“Ei fu”: il 5 maggio ricorda a tutti la morte di Napoleone. Vorremmo avere un briciolo dell’arte del Manzoni per poter ricordare in modo degno che oggi,  5 maggio, è anche l’anniversario della morte di David Reimer.

La triste e tragica storia di questo giovane suicida non ha infatti mai avuto la giusta risonanza mediatica. Anzi colui che ne è stato responsabile è stato premiato, celebrato, ed emulato e ha dato il là ad un grosso business che oggi più che mai fa incassare lauti profitti ai medici che ne seguono le orme, e alle cliniche e case farmaceutiche connesse.

Bruce-Brenda- David Reimer

John William Money (1921 – 2006), chirurgo del Johns Hopkins Hospital di Baltimora, sosteneva che il genere è indipendente dal sesso e concludeva il dibattito della  nature vs nurture theory dicendo la natura (nature) cedeva il passo alla cultura (nurture). Egli  convinse i genitori del piccolo Bruce Reimer a trattare il figlio (che aveva perduto il pene in un incidente) come una bambina: Bruce divenne Brenda e fino all’adolescenza Money lo “curò” con ormoni e operazioni chirurgiche per farlo diventare femmina.  Ma la povera Brenda era profondamente infelice: tra l’altro voleva fare la pipì in piedi, cosa che in effetti faceva soprattutto se sicura di non essere vista, e manifestava atteggiamenti maschili nella scelta dei giocattoli. Arrivò a prendere a pugni dei bulletti per difendere il fratello gemello Brian. Quando Brenda manifestò seriamente l’intenzione di uccidersi se fosse stata ulteriormente costretta alle periodiche sedute di “cura” (di cui ha lasciato ricordi assai inquietanti) con Money, i genitori le raccontarono tutta la verità. Brenda si sentì sollevata: «Per la prima volta ogni cosa ebbe un senso, ed io ho capito chi e cosa ero», disse più avanti. Si sottopose ad ulteriori interventi chirurgici per riacquisire il suo aspetto maschile e divenne David.  Si sposò ed adottò tre figli. Purtroppo però la sua esistenza fu presto segnata da un nuovo dramma: il suicidio del gemello Brian, affetto da schizofrenia, scatenatasi da quando seppe che la sua sorellina era in realtà un fratellino. David ebbe un tracollo: si separò dalla moglie, perse il lavoro e il 5 maggio 2004 si suicidò.

La comunità scientifica ha ignorato la tragedia di David Reimer

Money, ingnorò pervicacemente tutto ciò. Continuò a portare in giro per i congressi in tutto il mondo la vicenda Reimer come la prova provata delle sue teorie sul gender e la comunità scientifica fu ben contenta di seguirne le orme: fu addirittura premiato dal National Institute of Child Health and Human Development.

E come David Reimer....

Joe Holliday_gender_ReimerJoe Holliday, icona della battaglia per il cambio di sesso in tenera età negli anni Novanta, ha avuto una storia analoga a quella di David Reimer, per fortuna senza un epilogo altrettanto tragico. Nato con una malformazione ai genitali, fu operato e diventò Joella. Addirittura la principessa Diana inviò a «Joella» una lettera di sostegno per la “sua” battaglia (aveva pochi anni) per essere riconosciuta femmina sui certificati dell’anagrafe.
«Era come se non mi sentissi del tutto umano», ha scritto poi sul Daily Mail. Anche Joe/Joella durante l’adolescenza pensò al suicidio. A 25 anni,  un test del cromosoma rivelò che la “ragazza” aveva il cromosoma Y. «Mi sentii come se la mia identità mi fosse stata rubata quando avevo un anno e la rivolevo indietro».

Ma anche di Joe Holliday ben pochi hanno sentito parlare. Come viene sistematicamente censurata e ignorata la testimonianza degli ex transgender (quelli che non si suicidano) come Walt Heyer.

David Reimer, se fosse vivo, potrebbe rispondere ai nostri lettori...

La gente continua a credere alla bufala della  gender theory. I media, il cinema, le scuole (per colpa di politici dissennati) continuano a far propaganda al transessualismo e leggiamo commenti ai nostri articoli di chi dice che «Purtroppo l’identità di genere non deriva “dall’avere un pene o una vagina”, altrimenti non esisterebbe il transessualismo. Sul fatto poi che la disforia di genere “si risolva con l’aiuto psicologico” sono in imbarazzo per lei, qualunque sia la sua formazione. Secondo lei basta mettere un uomo che si sente donna (o viceversa) davanti a uno psicologo (o uno psichiatra) per convincerlo che sta bene così com’è? Se fosse così, perché la comunità scientifica internazionale (quella seria, quella che cura realmente le malattie) ammetterebbe l’intervento chirurgico come rimedio alla disforia di genere? Qui non si tratta di opinioni, si tratta di verità scientifiche».

La comunità “scientifica” e le “verità scientifiche” del dottor Money. 

Riposa  in pace, David Reimer.

Francesca Romana Poleggi


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