16/09/2013

«La teoria del gender», è pioggia di proteste

Verona. Ha scatenato una valanga di reazioni, la maggior parte d’indignazione e protesta, la promozione del convegno «La teoria del gender: per l’uomo o contro l’uomo?» organizzato per il 21 settembre alla Gran Guardia dal Movimento europeo in difesa della vita e dall’associazione Famiglia domani.  Giovedì in Consiglio comunale, il consigliere Elisa La Paglia (Pd) ha chiesto al sindaco di revocare il patrocinio all’iniziativa, ma il consigliere è stata subito bollata come «liberticida» dal collega Alberto Zelger (Lista Tosi) che ha definito tale anche ogni tentativo di boicottare l’incontro. Intanto una nota di protesta è arrivata da Cgil del Veneto e di Verona che definisce il convegno «lesivo della dignità di tutte le persone transessuali ed omosessuali» sostenendo che «si fonda su teorie assolutamente non riconosciute dalla moderna scienza, basate solo ed esclusivamente su motivazioni ideologiche di stampo integralista». Cgil ritiene soprattutto grave che il sindaco abbia deciso di partecipare a quel convegno, «quasi ad istituzionalizzare una presa di posizione lesiva dei diritti di tutti i cittadini, e di affiancare il simbolo del Comune di Verona ad associazioni quali il “Centro Nicolò Stenone” distintosi per la virulenza delle proprie campagne omofobe». Sgomenta e dispiaciuta si definisce invece l’ex consigliere comunale Elena Traverso (Pdl) per gli spazi concessi dal Comune, con il patrocinio anche della Provincia, al convegno. Traverso attacca Tosi dicendo: «Il nostro sindaco, completamente assorto nella sua attività di tirare un colpo al cerchio e uno alla botte, si è difeso dagli attacchi piovuti da più parti affermando di aver dato spazio e contributo due anni fa a uno spettacolo organizzato dall’Arcigay proprio in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia, ma Tosi omette di proposito un dettaglio politicamente rilevante. Ovvero che tale spettacolo fu sostenuto e voluto da me e dall’allora assessore Stefano Bertacco, entrambi del Pdl ed entrambi, fatalità, l’anno successivo tagliati fuori dalla maggioranza per dei mai precisati motivi di “diversità di vedute”». E ricorda: «In effetti tale spettacolo venne patrocinato tra mille polemiche, in particolare da parte di esponenti della Lista Tosi, tuttora tra i banchi della maggioranza e promotori del convegno del 21, nonché della neonata Fondazione Tosi».  Traverso conclude: «Fa inorridire inoltre l’affermazione secondo la quale non si “potrebbe impedire che qualcuno dica che l’omosessualità è una malattia”. Si può infatti impedire che tale affermazione venga fatta in uno spazio comunale con il sostegno dell’amministrazione».  Sulla questione intervengono poi Michela Faccioli, presidente di Arci Verona, Flavio Romani, presidente di Arcigay. Faccioli ribatte al sindaco: «La questione non riguarda il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, ma la decisione, per noi sbagliata, da parte del Comune, di concedere uno spazio prestigioso e il patrocinio a un evento che prescinde da verità scientifiche per abbracciare tesi lesive dei diritti e della dignità delle persone».  Il presidente Romani aggiunge che «il sindaco  è preda di una sorta di schizofrenia liberal in cui la libertà di opinione diventa un feticcio senza assunzioni di responsabilità politica e culturale: deve solo sperare che nessuno gli chieda il patrocinio per un congresso revisionista sull’olocausto o per un’assise pseudo-scientifica sulla superiorità della razza bianca. O patrocinerà anche quelli?».

Fonte: L’Arena

Festini

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