12/11/2018

Natalità, l’economista Gotti Tedeschi: «Fontana il vero ministro dello Sviluppo Economico»

Il Ministro della Famiglia Lorenzo Fontana ha annunciato interventi concreti e misure economiche a favore della famiglia nella prossima Manovra, per incentivare la natalità e nel contempo per aiutare le neo mamme lavoratrici, spesso penalizzate nelle aziende proprio a causa della maternità, considerata ormai un problema invece che un’opportunità e una realizzazione. Il Ministro ha annunciato l’intenzione di cambiare questa mentalità dando concreti aiuti a quelle imprese che adotteranno un welfare familiare adeguato ad affrontare questo tema vitale per il futuro della società. Ma è questa la strada giusta? Pro Vita ne ha parlato con l’economista e banchiere cattolico Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente della banca vaticana (IOR).

Nella legge di bilancio il ministro Fontana sarebbe riuscito a ottenere, per la famiglia, 300 milioni di euro per il triennio 2019-2021 e ulteriori 100 milioni di euro per ogni anno successivo. Un buon risultato? 

«Beh, speravo un po’ di più, ma sono soddisfatto. Questi 300 milioni se bene investiti possono produrre un moltiplicatore elevatissimo in termini di crescita del PIL. Sarà Fontana che dovrà convincere Moscovici che ci sarà realmente crescita e non spreco, come invece si pensa avverrà con il reddito di cittadinanza così come è stato concepito (e capito). Il vero ministro dello Sviluppo economico direi che a questo punto è Fontana. L’Italia, per far crescere il PIL, deve attivare politiche di sostegno alla famiglia e alla natalità. Chi le contesta vuole il male del nostro Paese».

Il proposito di stanziare quei fondi prioritariamente per il welfare aziendale, per sostenere le aziende che fanno investimenti pro famiglia e pro natalità, è una scelta giusta? Lei dove indirizzerebbe le risorse?

«Nel sostegno alle donne e alle mamme con concreti incentivi a sposarsi e mettere su famiglia. Nel sostegno alla educazione dei figli fino alla maggiore età. Le strutture da utilizzare per tali incentivi sono innumerevoli, vanno dai contratti di lavoro adeguati al rilancio degli asili nido. Ma anche i papà devono esser premiati e credo che le banche stiano pensando a ulteriori agevolazioni finanziarie in tal senso».

Condivide ciò che ha detto Fontana, ossia che a tutela della maternità, argomento a lui molto caro, proporrà misure volte a garantire una maggiore flessibilità nella fruizione del relativo congedo, sia con riguardo al limite di età del figlio entro il quale è possibile ottenere il congedo, sia con riguardo al trattamento economico percepito? 

«Condivido pienamente. Ma ci rendiamo conto che oggi la maternità sta diventando qualcosa di eroico, di sacro, di santo addirittura? Tutti i danni degli ultimi cinquant’anni sono dovuti alla negazione della maternità. Ma purtroppo la si nega ancora oggi».

Concedere alla madre che lo richiede la possibilità di usufruire di un congedo di tre mesi con indennità al 60 per cento della retribuzione, in alternativa agli attuali sei mesi al 30 per cento dello stipendio è fattibile? L’Europa approverà o è il ritorno al welfare statale che ha sempre combattuto? 

«Concedere alla madre detto congedo non è welfare, è investimento per la crescita. Se l’Europa combattesse questo principio, non avremmo più dubbi su ciò che vuole realmente».

L’Istat va verso la nomina di Gian Carlo Blangiardo come presidente, un forte sostenitore della battaglia contro il crollo demografico quale concausa della crisi economica. È d’accordo?

«Si, non conosco Blangiardo, ma mi pare una buona scelta. Anzi eccellente. Ciò che va sostenuto nella battaglia contro il crollo demografico non è solo l’aspetto legato alle conseguenze economiche sulla crescita, l’invecchiamento, ecc. Nel fenomeno demografico è fondamentale analizzare le ragioni e le conseguenze di carattere morale. Quali origini morali hanno provocato il crollo della natalità? Quali conseguenze morali sono state generate? Credo che se non si sapranno dare risposte a questi due punti, sarà difficile convincere con grafici e statistiche sulla necessità di sostenere le nascite. Anche in altri Paesi l’hanno fatto, ma le nascite sono cresciute con mezzi che definirei “scientifici” più che naturali. Questo proprio perché si è privilegiata la crescita delle nascite a prescindere, non la cultura e la scelta morale legata alla necessità di creare famiglia e fare figli. Chiunque può fare figli, naturalmente o meccanicamente, consapevolmente o no, responsabilmente o no, con una moglie e un marito o con chi capita. Ma non basta fare figli. Questi vanno poi allevati, cresciuti, educati, amati. E qui si vede la cultura e la morale della famiglia, ma anche il vero valore aggiunto di carattere economico per la società».

Marta Moriconi

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