27/07/2018

Prime reazioni alle dichiarazioni di Salvini e Fontana

Arrivano le prime reazioni all’intervento dei ministri Salvini e Fontana sul tema dell’omogenitorialità e dell’utero in affitto:

Monica Cirinnà: «Salvini sa benissimo che il governo non può intervenire, tramite i prefetti, sugli atti dello stato civile. Ciò che Salvini e Fontana si ostinano ad ignorare è che la giurisprudenza ha già riconosciuto la piena legittimità degli atti di nascita con due padri e due madri, e che l’interesse del minore prevale sulla legittimità delle tecniche con cui è venuto al mondo». Quindi, conclude la Cirinnà, «al netto della propaganda in Italia non è cambiato nulla e i tribunali continueranno, come è giusto che sia, a riconoscere la genitorialità a coppie dello stesso sesso».

Nichi Vendola: «Gli stranieri, i rom, i gay: sono i primi scalpi da esibire in questo ritorno di fiamma del razzismo, che con il governo in carica viene sdoganato, anzi rivendicato». Le parole di Fontana sarebbero «frutto di ignoranza e di intolleranza. Purtroppo per lui, nessuno potrà cancellare le nostre famiglie e i nostri figli».

Chiara Appendino, sindaco di Torino, ribadisce: «Siamo orgogliosi di essere stati la prima città italiana a riconoscere ai figli di coppie omogenitoriali il diritto di avere entrambi i genitori. Questa amministrazione continuerà a registrare sugli atti di nascita l’annotazione che attesta il riconoscimento dei bambini da parte di entrambi i genitori dello stesso sesso. Proseguiremo su questa strada, per garantire alle bambine e ai bambini il diritto di avere una famiglia in cui l’amore sia l’unica condizione necessaria».

Vincenzo Spadafora (M5S), sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: «Invito il ministro Fontana a fermare la propaganda ed aprire un dialogo culturalmente serio, per evitare che il nostro Paese torni dieci anni indietro, contravvenendo anche alle indicazioni della Corte costituzionale».

Giurisprudenza, razzismo, amore, dialogo. E il minestrone del buonismo è servito.

Redazione

Fonte:
Repubblica

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