10/01/2019

Terrorismo islamico e relativismo etico: due facce della stessa medaglia

Certe scene speravamo di non doverle più vedere. Un anno fa la notizia della sconfitta dell’Isis in Siria, con il ritiro dalle roccaforti strategiche, ci aveva illuso che forse la barbarie sarebbe finita. Invece il 2018 si è chiuso all’insegna di un pericoloso rigurgito del terrorismo islamico. C’è stato l’attentato ai mercatini di Natale a Strasburgo, con la morte dell’italiano Antonio Megalizzi e di altre quattro persone; poi l’atroce notizia delle due turiste scandinave rapite in Marocco, stuprate e decapitate. In rete è stato diffuso un video dell’esecuzione girato dagli stessi terroristi, e chi lo ha visionato lo ha descritto come qualcosa di orribile, da evitare.

Il terrorismo islamico dunque vive e purtroppo lotta intorno a noi. L’Isis è stato sconfitto militarmente sul campo, ma non è stata sconfitta l’ideologia, né il fanatismo che ha diffuso nel mondo. Al punto da aver ormai creato un modello esportabile e imitabile ovunque. Potrebbe anche non esistere più come struttura militare e politica, ma purtroppo continua a esistere come una sorta di psicopatia, al punto che dietro ogni attentato spunta puntualmente una rivendicazione a firma dei “sopravvissuti” del califfato, veri o presunti. È stato così per l’attacco di Strasburgo ed è stato così per il barbaro omicidio delle turiste. La speranza è che l’amore per la vita trionfi sull’odio e liberi presto l’umanità.

Un mondo che in questi anni è stato costretto a fronteggiare due diverse forme di integralismo: quello fondamentalista islamico che ha tentato di imporre la sua legge con il terrore, e quello relativista e nichilista che ha invece agito con i grandi strumenti di comunicazione e persuasione di massa, tentando di addormentare le coscienze delle persone, il loro senso critico, per uniformarle ad un pensiero unico dominante. Fondamentalismo e relativismo sono le facce della stessa medaglia, perché entrambe hanno lo stesso obiettivo, ossia imporre al mondo i rispettivi modelli di riferimento. Modelli alternativi che paradossalmente però si tengono in vita l’uno con l’altro. Perché è un dato di fatto come la guerra dell’Islam integralista all’Occidente nasca anche e soprattutto dal desiderio di contrastare l’avanzata di una cultura laicista e libertaria priva di valori, che identifica ormai l’intera Europa (salvo rare eccezioni): una cultura che ha reso possibile ogni comportamento individualistico (vedi ideologia gender, aborto, utero in affitto, manipolazioni genetiche), anche il più estremo e il più inaccettabile nell’ottica di quel diritto naturale che da sempre regola il mondo con le sue leggi universali che provengono da Dio.

Americo Mascarucci

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