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Per le donne: firma perché siano davvero informate sull'aborto

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+++ 12/03/2019 AGGIORNAMENTO: La petizione è stata consegnata al Ministro della Salute L'On. Giulia Grillo +++

Per la salute delle donne: Firma perché siano davvero informate sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’ aborto volontario

Dal 1978, anno della legalizzazione dell’aborto in Italia, più di sei milioni di vite di bambini nel grembo materno sono state soppresse. Questo è il dramma principale dell’aborto: una condanna a morte prima di nascere.

Tuttavia l’aborto danneggia più persone: non solo il bambino ma anche la madre, il padre, i fratelli, i nonni. I danni fisici e psicologici che l’aborto provoca alla madre sono purtroppo gravi e reali, ma nessuno la mette in guardia sul pericolo che corre. L’aborto danneggia la psiche delle donne

A livello psicologico l’aborto può causare la sindrome post abortiva, la quale si manifesta sotto forma di ansia, tristezza, depressione, autolesionismo, pensieri ossessivi o suicidari, anche dopo decenni.

 

L’aborto fa male alle donne anche fisicamente

Le conseguenze fisiche a breve termine possono comprendere emorragie, infezioni, perforazioni dell’utero ed altre complicanze legate alla procedura abortiva. L’ultima Relazione del Ministero della Salute sull’applicazione della legge 194/1978 fa una stima parziale di 640 complicanze fisiche di questo tipo nel solo anno 2015.

A lungo termine, le conseguenze per la madre possono includere infertilità, successivi aborti spontanei, parti prematuri, gestosi, placenta previa, perdite ematiche, necessità di isterectomia post-partum, gravidanze extrauterine, endometriosi e cancro al seno. Rispetto a quest’ultimo problema, la migliore ricerca scientifica individua proprio nell’aborto uno dei principali fattori di rischio di cancro al seno, che aumenta di oltre il 150%.

 

Oggi le donne muoiono di aborto legale

Infine, nessuno dice che l’aborto può portare addirittura alla morte anche della madre: il Center for Disease Control and Prevention, ente governativo statunitense, ammette che dal ’73 a oggi sono quasi 500 le donne morte per aborto legale solo negli Stati Uniti, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità confessa che ogni anno circa 150 donne in Europa, e nel resto del mondo addirittura decine di migliaia, muoiono a causa dell’aborto.

L’aborto in pillole (RU486), poi, moltiplica per dieci volte il rischio di morte per aborto e nel 2014 due giovani donne sono morte anche in Italia.

Per saperne di più richiedete l’agile volumetto edito da ProVita e redatto da Lorenza Perfori “Per la salute delle donnepotete trovarlo allegato alla rivista Notizie ProVita di febbraio, oppure potete richiederne qui una o più copie separatamente.

 

È fondamentale che le madri conoscano i pericoli che corrono anche loro stesse:

per amore della verità, nell’interesse della loro salute e perché potrebbe essere un fattore che le induce a non abortire e salvare così anche la vita del loro bambino.

 

ProVita Onlus,  insieme a AIGOC, il Comitato Difendiamo i Nostri Figli, Non si tocca la famiglia, Vita è, Ora et Labora in Difesa della Vita, Human Life International, AiBi Amici dei Bambini, Movimento con Cristo per la Vita Schio, La Nuova Bussola Quotidiana, il Tavolo Permanente per la Famiglia con la Regione Veneto, Libertà&Persona, l’Associazione Papa Giovanni XXIII, il Movimento dell’Amore Familiare e Generazione Voglio Vivere – invita tutti a sottoscrivere questa petizione.

Firma subito questa petizione:

– Chiedere al Ministero della Salute di diffondere le informazioni relative ai danni che l’aborto può causare alla salute delle donne;     
– Trasmettere alle Commissioni Sanità in Parlamento proposte di legge volte a garantire che le donne vengano messe a conoscenza delle conseguenze dell’aborto sul bambino e sulla madre, in particolare quando si recano nei consultori e nelle strutture sanitarie per abortire.  
– Comunicare con le donne che vivono gravidanze difficili e che sono tentate dall’aborto, affinché aprano gli occhi su questa terribile realtà, nella speranza che possano più facilmente fare una scelta per la vita e non una scelta di morte.

 

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