16/07/2019

Tiziano Ferro il tuo è un… “matrimonio relativo”

In quest’ultimo periodo, nel pieno del gossip estivo, si fa tutto un gran parlare del “matrimonio di Tiziano Ferro” o di Tiziano Ferro che “è convolato a nozze”. Questi i titoli di alcuni giornali che in realtà si riferiscono all’unione civile del cantante con il suo compagno Victor Allen, a cui è legato sentimentalmente da circa tre anni.

L’unione è stata sottoscritta nella casa di Tiziano Ferro a Sabaudia ma i due si erano già sposati, pare, segretamente, lo scorso 25 giugno a Las Vegas. Solo che in Italia la cerimonia svoltasi a Las Vegas non ha alcuna validità giuridica, dunque i due non sono “sposati” ma “uniti civilmente” e non è una pura questione formale, perché ci sono differenze sostanziali tra l’istituto giuridico del matrimonio e quello delle unioni civili. Tra le più importanti: l’unione civile non prevede una cerimonia, ma solamente una dichiarazione davanti ad un pubblico ufficiale, inoltre, in questo istituto giuridico manca l’obbligo di fedeltà e la possibilità di “stepchild adoption”, elementi fondamentali all’interno del matrimonio.

Eppure i media continuano a parlare impropriamente di qualcosa che non esiste e lo stesso Tiziano Ferro ha dichiarato a Vanity Fair che «Il matrimonio è una cosa sconvolgente perché con il matrimonio lui entra a far parte della mia famiglia e questa è una verità che non si può tacere».

Come interpretare tutto questo se non come un’operazione mediatica ad hoc finalizzata ad oltrepassare anche il paletto, nella mente della gente, della distinzione tra matrimonio e unione civile, come se il traguardo del primo fosse stato già raggiunto? Un ennesimo tentativo (come se non bastasse il bombardamento di film, talk show, documentari televisivi che ci propinano ogni tipo di relazione, anche la più stramba, come accettabile) volto a creare, nell’opinione pubblica, la piena accettazione di ciò che fino a pochi anni fa era impensabile e, per di più, ad elevarlo alla stessa dignità dell’istituto matrimoniale.

Ancora una volta la manipolazione del linguaggio diventa l’arma principale con cui far superare “mentalmente” ciò che la legge considera distinto. Un modo come un altro per ampliare ulteriormente il campo dei diritti e, interpretando confusamente l’unione civile come un vero e proprio matrimonio, far rientrare all’interno di essa anche il “diritto al figlio”. Infatti, se si crea l’illusione che non ci sia distinzione tra le unioni civili e il matrimonio, si potrebbe facilmente arrivare a comprendere, tra i diritti previsti in questo istituto giuridico, anche la possibilità di adottare.

E, infatti, nel caso di Tiziano Ferro che ha più volte espresso il desiderio di diventare padre, dopo che si è unito al suo compagno pare che questo desiderio, come ha dichiarato, sia tornato a riaccendersi. Per questo occorre tenere ben desta la mente sulla domanda di fondo che dovrebbe partire leggendo certi titoloni: Tiziano Ferro… ma quale matrimonio?

Manuela Antonacci

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