06/04/2016

Donazione organi – 3 – La legge italiana è garantista

Su questo portale si è aperto un dibattito in materia di donazione organi da paziente dichiarato clinicamente morto, ma col cuore ancora battente.

Esso ci interessa, come abbiamo già detto, non tanto per il fatto di donare gli organi in sé, che è certamente cosa buona, quanto per la legittimità del prelievo da chi ha ancora un cuore che batte.

Abbiamo ospitato la tesi di un medico a favore della pratica e di uno contrario. Il problema è tutto nella possibilità di acquisire la certezza morale che il paziente sia “morto”.  

Il dott. Cossolini autore di questo articolo qui, direttore del Coordinamento Prelievo e Trapianto organi e Tessuti della Provincia di Bergamo ha scritto alcune precisazioni relative all’articolo del dott. Murero, che pone in discussione il fatto di come la morte debba essere accertata “per legge” in questo articoli qui.

– Da qualche anno si prelevano organi anche da persone decedute per arresto cardiaco, in Europa e, sporadicamente anche in Italia ( Pavia, Milano, Monza hanno effettuato 5 casi solo nel 2015). In Europa secondo il protocollo di Maastricht che prevede una apposita classificazione di donatori che hanno avuto un arresto cardiaco; anzi nel tipo V trattasi di pazienti che in vita avevano dato disposizioni anticipate relativamente al loro fine vita: si tratta quindi di rispetto della volontà del singolo.

Ricordo anche che la definizione di espianto si applica al togliere l’organo malato da sostituire, mentre per l’organo donato la definizione corretta è prelievo.

– All’ Art. 2. Del decreto del Ministro della Sanità del 11 aprile 2008 “ Requisiti clinico-strumentali per l’accertamento della morte nei soggetti affetti da lesioni encefaliche e sottoposti a trattamento rianimatorio” tra l’altro si legge: “...omissis....L’iter diagnostico deve comprendere la certezza della diagnosi etiopatogenetica della lesione encefalica e l’assenza di alterazioni dell’omeostasi termica, cardiocircolatoria, respiratoria, endocrinometabolica, di grado tale da interferire sul quadro clinico-strumentale complessivo.

L’EEG piatto non è l’unico esame sul quale si basa il Collegio Medico per confermare la diagnosi di morte, ma è solo uno degli esami complementari che vengono eseguiti dal Collegio Medico e la simultaneità delle condizioni necessarie ai fini dell’accertamento deve essere rilevata dal collegio medico per almeno due volte, all’inizio e alla fine del periodo di osservazione. La verifica di assenza di flusso non va ripetuta. Il momento della morte coincide con l’inizio dell’esistenza simultanea delle condizioni di cui all’art. 3, comma 1

La Legge Italiana è giustamente molto rigorosa e garantista per il cittadino tant’è che nei casi che possano generare dei dubbi è prevista l’esecuzione della prova di flusso ematico cerebrale.

I pazienti durante l’osservazione possono avere arresto cardiaco in quanto avendo il cervello morto, esso non controlla più respiro, temperatura, attività cardiaca e metabolismo artificiosamente controllati da macchine e farmaci per rispettare le 6 ore previste dalla Legge Italiana.

 – Gli organi prelevati sono a disposizione della Rete Nazionale, spesso anche Europea, e non è matematico che restino all’Azienda ospedaliera sede di  donazione e prelievo, anzi, molto spesso vengono prelevati da equipe esterne e quindi il rimborso del trapianto non resta in Azienda. Ricordo inoltre che ogni paziente curato in terapia intensiva ha un suo rimborso anche se avviene il decesso; inoltre non si fa accanimento terapeutico non mantenendo inutilmente in vita i pazienti quando non vi è più spazio per le cure.

 – Le verifiche dell’idoneità degli organi e le prove di compatibilità vengono eseguite presso il Centro Interregionale e dal Centro Nazionale Operativo. L’allocazione degli organi avviene secondo criteri di trasparenza e la lista relativa alle emergenze, urgenze e i bambini da 0 a 18 anni è una lista nazionale gestita dal CNT. I medici accertatori  sono per Legge obbligatoriamente diversi dai prelevatori e trapiantatori proprio per garantire che non ci sia conflitto di interessi.

Mariangelo Cossolini

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