19/06/2013

Non proprio un successo, meglio dire un fallimento

Dopo oltre un decennio di ricerca sulle cellule staminali embrionali gli scienziati stanno tranquillamente transitando verso pascoli più verdi

Riportiamo l’orologio indietro al 2003. Nel mese di gennaio l’attore Christopher Reeve – tetraplegico e su sedia a rotelle – visitò l’Australia per promuovere la legalizzazione della “clonazione terapeutica”. Disse che questo era assolutamente necessario altrimenti la gente sarebbe morta inutilmente. A sentir lui, dubitare del potenziale delle cellule staminali embrionali era assolutamente ingiustificato. «Questo è un mito» disse al suo pubblico australiano. «Non è vero. Non lasciate che nessuno vi dica che è una chimera».

Nel luglio dello stesso anno il New England Journal of Medicin, la rivista medica più importante del mondo, pubblicò una review article [articolo in cui vengono presi in esame gli studi più importanti svolti su un certo argomento, ndt] sulla “promessa di guarigione universale” legata alle cellule staminali embrionali. «La prospettiva prometeica della rigenerazione eterna ci attende, mentre quell’avvoltoio del tempo ci guarda» scrisse l’autore con un volo pindarico.

In breve: la gente era eccitata. Così eccitata che nel 2005 l’Australia ha approvato una legge che consente la “clonazione terapeutica” per scopi di ricerca.

E’ difficile descrivere l’intensità di quel dibattito, in Australia e altrove. La causa era urgente. «Abbiamo già perso così tanto tempo e io davvero non posso sopportare di perderne altro» disse l’ex First Lady Nancy Reagan. Gli scienziati erano diventati attivisti politici. Facevano pressioni politiche e insistevano che la clonazione terapeutica avrebbe curato il Parkinson, l’Alzheimer e il diabete. «Non ho mai visto nella mia carriera uno strumento biologico potente come le cellule staminali. Esso affronta ogni singola malattia umana» disse Hans Keirstead della University of California, Irvine.

Alcuni dissenzienti sostenevano che le cellule staminali adulte offrissero un percorso compatibile con l’etica per quelle stesse cure e che le cellule staminali embrionali non avrebbero mai funzionato. Dicevano che gli embrioni sono esseri umani e che era una follia morale trattare la vita umana come strumento di ricerca. Anche le donne sarebbero state vittime dato che la clonazione terapeutica richiede enormi scorte di ovociti. E inoltre per una serie di ragioni non avrebbe proprio funzionato.

La posta in gioco era immensa e i dissidenti persero. L’etica dovette fare un passo indietro in favore della scienza. L’esperta di bioetica Ruth Faden e lo scienziato di cellule staminali John Gearhart, entrambi leader nel loro settore, parlarono a nome di molti : «Crediamo che l’obbligo di alleviare la sofferenza umana ci leghi tutti quanti e giustifichi l’uso strumentale della vita embrionale precoce»

Ma queste cure miracolose non sono mai arrivate.

Negli ultimi dieci anni l’evento più memorabile nella ricerca sulle cellule staminali embrionali è stata avere stabilito una sorta di primato mondiale per frode scientifica. Nel 2004 e nel 2005 Science ha pubblicato due lavori scientifici di Hwang Woo-suk, uno scienziato sudcoreano. Egli affermava di aver isolato con successo le cellule staminali embrionali umane. La Corea del Sud ha stampato francobolli in suo onore e lui è stato festeggiato come una celebrità internazionale. Ma era un ciarlatano, i suoi risultati erano fasulli e si era pure procurato gli ovuli umani in modo non etico.

Comunicati stampa hanno continuato a sgorgare dagli istituti di cellule staminali, ma erano sempre sugli sviluppi promettenti, piuttosto che sulle cure dimostrate. Nel 2011 dopo molte false partenze (e un anno dopo il lancio di una sperimentazione sugli esseri umani per le lesioni del midollo spinale per curare le persone come Christopher Reeve) l’azienda biotecnologica californiana Geron ha staccato la spina per la ricerca sulle cellule staminali embrionali e si è concentrata sui farmaci contro il cancro. Doveva farlo: stava andando in rovina.

Il motivo per cui la ricerca sulle cellule staminali degli embrioni è scomparsa dai titoli dei giornali è che è stata sostituita da quella sulle “cellule staminali pluripotenti indotte”. Nel 2007 il ricercatore giapponese Shinya Yamanaka ha dimostrato che è possibile creare linee di cellule staminali da cellule della pelle senza distruggere gli embrioni. Quasi subito importanti scienziati di cellule staminali hanno abbandonato la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Yamanaka – un uomo che aveva respinto la ricerca sulle cellule staminali embrionali come immorale – ha vinto il Premio Nobel per la Medicina dello scorso anno.

Per vari motivi alcuni scienziati continuano a sostenere la causa delle cellule staminali embrionali. All’inizio di questo mese i ricercatori della Oregon Health and Science University hanno annunciato di aver clonato embrioni umani e di avere estratto con successo le cellule staminali embrionali. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Cell, dopo una fulminea revisione tra pari. E’ stato «un tour de force e un risultato senza precedenti», ha detto George Daly della Harvard Stem Cell Institute.

La loro gioia è stata però di breve durata.

L’effetto principale di questo lavoro è stato quello di evocare l’incubo dello scandalo del sudcoreano Hwang. I lettori più attenti hanno notato che alcune immagini erano state duplicate. Neri nuvoloni hanno cominciato ad addensarsi sopra i risultati. «E’ un grado di sciatteria che non ci si aspetterebbe in un articolo a cui si stava per riconoscere un alto profilo», ha detto un esperto a Nature. «Uno si chiede se non vi siano ancora più problemi di quanti già se ne vedano a occhio e altre questioni meno evidenti».

Questa quindi è la fine farfugliante della più grande battaglia bioetica del 21° secolo: solo un altro puntino imbarazzante nel ciclo di notizie 24/7. Come ha sottolineato il Boston Globe: «L’emergere di cellule staminali riprogrammate, le difficoltà delle metodiche e gli ostacoli per ottenere ovuli per la procedura, rendono questo approccio più una prodezza tecnica che un fattore chiave di sviluppo per gli scienziati delle cellule staminali o una piattaforma per nuove terapie»

Non è forse giunto il momento di stabilire una Commissione di verità e di riconciliazione per le cellule staminali? Per ottenere il finanziamento del governo in modo che potessero giocare a fare Dio con gli embrioni umani, scienziati ed esperti di bioetica hanno tenuto comizi, hanno mentito, esagerato, imbrogliato e manipolato. E’ stata una battaglia brutale in cui la verità è arrivata ultima. «Le persone hanno bisogno di favole» ha detto Ronald DG McKay , un altro importante scienziato delle cellule staminali.

I critici della ricerca sugli embrioni sono stati chiamati trogloditi e fondamentalisti religiosi. Le loro credenziali scientifiche sono state messe in dubbio. Essi sono stati accusati di essere insensibili e indifferenti alla sofferenza dei pazienti con malattie croniche.

Eppure avevano ragione.

Non una sola persona è stata curata con le cellule staminali embrionali. Non una! C’è ancora molta strada da fare prima che le cellule di Yamanaka possano essere usate per curare i pazienti. Ma la soluzione, quando verrà, non richiederà la distruzione di embrioni.

Non c’è nessuno disposto a dire «Mi dispiace»?

di Michael Cook

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